Tornabuoni Art Paris is delighted to be presenting, from the 12th of January, La nuova concezione artistica 1960(A new artistic conception 1960) as its first appointment of 2023. This show looks into a 1960 exhibition which brought together for the first time a group of artists whose production was particularly emblematic of the changes which distinguished Italian art after the Second World War. Continua a leggere →
Sabato 3 dicembre dalle ore 11 alle ore 19 si inaugura a Todi negli spazi di CollAge la mostra MOLTIPLICARE DIVIDENDO.
Una selezione di lavori degli anni ’70 – ’90 di autori diversi, da Carla Accardi a Mario Ceroli, da Enrico Castellani a Piero Dorazio, da Sol Lewitt a Mario Schifano, per continuare con Agostino Bonalumi, Christo, Hans Hartung e Urs Lüthi.
Una mostra di sole grafiche che, a differenza del confronto generazionale da sempre centrale nei progetti di Matteo Boetti, si concentra su un gruppo di maestri più storicizzati che si sono ampiamente dedicati a questo tipo di produzione artistica.
Con un omaggio alla filosofia artistica di Alighiero Boetti, l’idea di questa esposizione richiama, fin dal titolo, un gioco matematico basato sulle qualità del dividere e del moltiplicare insite nella natura stessa dei multipli. Un processo artistico di riproduzione dell’opera d’arte ribadito dal susseguirsi di edizioni e tirature quale azione di moltiplicazione tipica di questo procedimento creativo.
MOLTIPLICARE DIVIDENDO fa parte di una serie di mostre diffuse che continueranno fino all’estate 2023, organizzate per festeggiare i 30 anni di attività di Matteo Boetti.
—————————————–
CollAge – Collection Storage Via del Duomo, 12/14/16 – Todi
Mostra aperta al pubblico ogni sabato fino al 23 aprile 2023, nelle ore 10:30-12:30 e 14:30-18:30.
Palazzo del Governatore, a Parma, fino al 24 luglio ospita Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive, a cura di Francesco Tedeschi e Andrea Piazza.
La mostra prende in considerazione l’ultima fase produttiva di Remo Gaibazzi (1915-1994) e dedica un’intera sezione al dialogo dell’artista con colleghi che condivisero alcune sue tematiche: la ripetizione e il ritmo; la scrittura e la sua negazione; il segno come materia. Tra gli altri, Gastone Novelli, Piero Dorazio, Enrico Castellani, Roman Opalka, Emilio Isgrò, Alighiero Boetti, Dadamaino, Vincenzo Agnetti, Irma Blank, Eros Bonamini.
Remo Gaibazzi: lavoro come scrittura, scrittura come lavoro
Tavola rotonda del 24 giugno 2022
Registrazione della tavola rotonda tenutasi presso il Palazzo del Governatore di Parma. Interventi di Andrea Calzolari, Arturo Carlo Quintavalle, Francesco Tedeschi, Giorgio Zanchetti
*
cliccare per ingrandire / click to enlarge
La mostra, ad ingresso libero, proseguirà fino al 24 luglio 2022 con i seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, il sabato e la domenica dalle 9.00 alle 19.00 con orario continuato. Chiuso lunedì
“Appena inaugurata, la rassegna, che dura sino al 28 agosto, raduna lavori, tra gli altri, di Bizhan Bassiri, Enrico Castellani, Lucio Fontana, Hans Hartung, Emilio Isgrò, Jannis Kounellis, Robert Morris, Louise Nevelson, Nunzio, Claudio Parmiggiani, Antoni Tàpies, più facsimili di opere di Burri che si possono toccare”.
Il nero prima di ogni altro colore, il buio prima della luce. Una immersione sensoriale, un invito a scoprire l’ arte toccandola per dare via libera allo sguardo interiore e alla percezione più profonda.
Allison Grimaldi Donahue ha tradotto in inglese Autoritratto, di Carla Lonzi. Il libro è già disponibile in pre-ordine presso l’editore: https://divided.online/#self-portrait
Copertina di Allison Katz. Postfazione di Fulvia Carnevale.
Gli artisti del libro sono Carla Accardi, Getulio Alviani, Enrico Castellani, Pietro Consagra, Luciano Fabro, Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Salvatore Nigro, Giulio Paolini, Pino Pascali, Mimmo Rotella, Salvatore Scarpitta, Giulio Turcato, Cy Twombly.
“Questo libro è nato dalla raccolta e dal montaggio di discorsi fatti con alcuni artisti. Ma i discorsi non sono nati come materiale di un libro: essi rispondono meno al bisogno di capire che al bisogno di intrattenersi con qualcuno in modo largamente comunicativo e umanamente soddisfacente. L’opera d’arte è stata da me, a un certo punto, come una possibilità d’incontro, come un invito a partecipare rivolto dagli artisti direttamente a ciascuno di noi. Mi è sembrato un gesto a cui non poter rispondere in modo professionale. In questi anni ho sentito crescere la mia perplessità sul ruolo critico, in cui avvertivo una codificazione di estraneità al fatto artistico insieme all’esercizio di un potere discriminante sugli artisti. Anche se non è automatico che la tecnica della registrazione, di per sé, basti a produrre una trasformazione nel critico, per cui molte interviste non sono altro che giudizi in forma di dialogo, mi pare che da questi discorsi venga fuori una constatazione: l’atto critico completo e verificabile è quello che fa parte della creazione artistica”
(L’edizione italiana è attualmente pubblicata da Abscondita).
Roma, Complesso di Capo di Bove sull’Appia Antica 26 giugno – 19 settembre 2021
1957-1960: un breve arco di tempo in cui si dipana una storia poco nota ma straordinaria dell’arte del Novecento, che vede protagonista l’Appia Antica, narrata dalla voce ispirata di Emilio Villa, poeta e critico. Questa la narrazione di Un Atlante di arte nuova. Emilio Villa e l’Appia Antica, la mostra che sarà allestita al complesso di Capo di Bove dal 26 giugno al 19 settembre 2021. Promossa dal Parco Archeologico dell’Appia Antica da un’idea della casa editrice Electa, l’esposizione è curata da Nunzio Giustozzi così come il volume (con contributi di Manuel Barrese, Andrea Cortellessa, Giorgia Gastaldon) che ripercorre le vicende di quei pochi ma cruciali anni formativi per autori destinati a dominare il panorama artistico italiano. L’idea di una galleria in un cascinale al civico 20 dell’Appia Antica, all’epoca proprietà di Liana Sisti che ne divenne la direttrice, fu suggerita da Enrico Cervelli, un giovane pittore che aveva fissato lì il suo atelier. Nel novembre del 1957 agli studi d’artista si unì la galleria: una scelta forse topograficamente eccentrica, ma dettata con ogni probabilità dall’intuizione di rispondere alle esigenze della nuova abbiente borghesia romana che preferiva abitare quel paesaggio ameno, piuttosto che un centro storico ancora segnato dalla guerra. L’indirizzo era condiviso dalla redazione di una nuova, sperimentale rivista d’arte contemporanea, edita da Liana Sisti e Mario Ricci, diretta da Emilio Villa (1914-2003), figura geniale e anomala nel panorama culturale italiano, e intitolata “Appia Antica. Atlante di Arte Nuova” che in quella sede durò per un solo rivoluzionario numero pubblicato nel luglio del 1959. Continuò, con una seconda uscita “internazionale”, aperta all’arte americana, nel gennaio del 1960 ‒ i fascicoli 3 e 4 del 1961 non furono mai dati alle stampe e i materiali relativi sono perduti ‒ sciolto ogni legame con la galleria che nel frattempo aveva cessato l’attività. Il percorso espositivo, allestito da Massimo Curzi nel complesso di Capo di Bove, ha l’ambizione di ricostruire per la prima volta gli eventi espositivi del triennio 1957-1959 presso la galleria “Appia Antica” e di proporre per exempla l’opera di alcuni degli artisti italiani presenti nelle pagine della rivista concentrati nella riflessione sulla materia dell’opera d’arte e sul quadro che si fa oggetto. In mostra opere d’arte, fotografie degli allestimenti storici e dei maestri, preziosi documenti ritrovati, testi critici.
Gli artisti: Agostino Bonalumi – Alberto Burri – Bruno Caraceni – Enrico Castellani – Enrico Cervelli – Nino Franchina – Taku Iwasaki – Lorri – Francesco Lo Savio – Renato Mambor – Edgardo Mannucci – Fabio Mauri – Nuvolo – Mimmo Rotella – Mario Schifano – Toti Scialoja – Cesare Tacchi – Giulio Turcato – Giuseppe Uncini – Arturo Vermi.