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oggi, domenica 5 maggio, sic12 (roma): “panta rei: le metamorfosi in musica”

Sic12 artstudio presenta

PANTA REI: LE METAMORFOSI IN MUSICA

conferenza concerto a cura di Stefano Zenni,
direttore artistico del Torino Jazz Festival
e il pianista e compositore Fausto Ferraiuolo
OGGI, domenica 5 maggio, alle ore 18:00
presso Sic12 artstudio
Via Francesco Negri 65, Roma
🔗 Ingresso su prenotazione: www.sic12.org
Durante l’evento, sarà possibile visitare la mostra
ASPETTANDO LA BOMBA. L’ART BRUT DI GIOVANNI GALLI,
a cura di Gustavo Giacosa
05 Aprile – 30 Giugno 2024

oggi, 25 aprile, a torino: resistenza elettronica. (per la scuola di musica di hebron – palestina)

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25 aprile, torino: resistenza elettronica. (per la scuola di musica di hebron – palestina)

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bellatalla + lisk + pensado + sdr oggi @ fanfulla

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oggi, 14 aprile, da sic12 (roma): fausto ferraiuolo presenta il suo album “domande senza risposte”, nel contesto della mostra di giovanni galli, “aspettando la bomba”

https://www.sic12.org/so/a5Owvg7T0

14 aprile, sic12 (roma): fausto ferraiuolo presenta il suo album “domande senza risposte”, nel contesto della mostra di giovanni galli, “aspettando la bomba”

https://www.sic12.org/so/a5Owvg7T0

oggi, 9 marzo, a roma, museo macro: “endangered species”, di alvin curran

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma / Museum of Contemporary Art of Rome
via Nizza 138 – Roma
Live
9/3/24, 7 pm
Alvin Curran
Endangered Species

Sabato 9 marzo, alle ore 19,  Alvin Curran, musicista e compositore protagonista della mostra Hear Alvin Here (in corso fino al 17 marzo) eseguirà Endangered Species, una performance  live-electronic suonata con un pianoforte Disklavier  negli spazi della galleria vetrata.
Endangered Species è un progetto solista in continuo divenire: iniziato nel 1988 con il titolo di  Electric Rags, nel tempo si è evoluto rispondendo ai luoghi e ai contesti nei quali viene di volta in volta eseguito, oltre che alle possibilità espressive offerte progressivamente dalle nuove tecnologie musicali. Attingendo da uno sconfinato repertorio di circa 3000 file audio registrati nell’arco di oltre sessant’anni, poi processati da un campionatore midi e suonati con un pianoforte a coda, Curran genera una performance musicale spontanea e sempre nuova.
Scarica l’invito.

Ingresso gratuito

anthology of experimental music from latin america

https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/anthology-of-experimental-music-from-latin-america

ANTHOLOGY OF EXPERIMENTAL MUSIC FROM LATIN AMERICA

If nothing else, the ongoinng Sound Mapping Project from Unexplained Sounds Group has established that excellent experimental music can be found in every populated geography on the planet. We should all know that intuitively, but at this point there is no counterargument (Avant Music News).

Italy’s Unexplained Sounds label specialises in international experimental compilations. Anthology Of Experimental Music From Latin America is among the label’s most compelling collections (The Wire Magazine).
 
Also available in the 12 cds nice price Sound Mapping bundle, alongside music from Middle East, Africa and Europe:
https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/12-cds-sound-mapping-collection

leaving the planet / tehransmission

from (& more at): https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/anthology-of-persian-experimental-music

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0D5YwC5jr6XU784AbACjS2upjiANGuinojtWb8YnsbF7ADXdkXYrXsz56VvWSW2idl&id=100064092061370

ANTHOLOGY OF PERSIAN EXPERIMENTAL MUSIC
in
https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/anthology-of-persian-experimental-music

the website of w. mark sutherland

https://www.wmarksutherland.com/sound-poetry

Sonotexts
W. Mark Sutherland
(2011, Electronic Music Foundation, New York, New York, SOCAN)

WMS’ site : https://www.wmarksutherland.com/

>>> lettera aperta di artisti, letterati, intellettuali al mondo della cultura italiana – per la palestina <<<

per sottoscrivere la lettera aperta che segue, utilizzare l’email artistieintellettualipergaza@gmail.com

LETTERA APERTA DI ARTISTI, LETTERATI, INTELLETTUALI AL MONDO DELLA CULTURA ITALIANA  

Gli artisti e le artiste, gli/le intellettuali, le associazioni culturali che firmano questa Lettera aperta, avvertono l’ineludibile bisogno di prendere posizione di fronte a quanto sta accadendo a Gaza e in tutta la Palestina, e di invitare alla mobilitazione, nelle forme e nei modi che decideremo insieme.

Gaza ha superato il punto di collasso: l’ONU ha descritto il suo stato come “apocalittico”. Diciamo basta. Non possiamo parlare di bellezza, di cultura, di musica, di teatro, di cinema, raccontare la storia e le storie dell’uomo, ignorando l’infamia di cui siamo spettatori inerti e impotenti. Di fronte a tutto questo noi artisti, studiosi, intellettuali e operatori culturali possiamo essere ancora e nuovamente comunità, con un ruolo da svolgere. Riteniamo che il nostro compito, oggi più che mai, sia quello di esercitare uno sguardo che creando bellezza, raccontando verità, metta a nudo l’offesa in atto a Gaza e in Cisgiordania, nei confronti non del solo popolo palestinese, ma della intera umanità, perché denunciandola, ci si avvicina ad esercitare anche un altro diritto: il diritto al sogno. Il sogno di una società giusta e pacifica nella quale ogni essere umano possa non soltanto vivere, ma anche esercitare il proprio diritto appunto al sogno, e alla bellezza.

Il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza, secondo gli ultimi rapporti pubblicati da Euro-Med Human Rights Monitor ha superato quota 22.000 (secondo altre fonti ha già toccato la quota 30.000). Fino a martedì 26 dicembre, calcolando anche i morti dispersi sotto le macerie, sono stati uccisi 29.124 palestinesi. La stragrande maggioranza degli uccisi erano civili, tra cui 11.422 bambini, 5.822 donne (numeri che crescono di ora in ora). Più di 1.000 bambini palestinesi hanno perso una o entrambe le gambe, o le braccia.

Il 90 per cento degli edifici di Gaza è stata raso al suolo o danneggiato in modo irrecuperabile. I giornalisti uccisi sono 101, il personale santitario tra medici e paramedici ammonta a quota 226. I profughi – a cui è stato intimato di abbandonare entro 24 ore le loro case e spostarsi a Sud in campi profughi “sicuri”, a loro volta bombardati – sono 1.900.000. 

Secondo l’inchiesta del New York Times e rilanciata dalla Cnn, Israele a sud di Gaza nelle aree in cui aveva spinto i civili a fuggire dopo l’inizio dell’operazione di terra, ha usato munizioni altamente distruttive che moltiplicano i rischi di vittime civili collaterali. Le bombe in questione sono le MK-84 da 900 chili di peso, le più distruttive degli arsenali militari occidentali. Bombe che, secondo gli esperti militari Usa consultati dal Times, non vengono quasi mai sganciate dalle forze statunitensi in aree densamente popolate, proprio per i rischi che rappresentano per la popolazione civile. I gazawi sono privati di acqua potabile, carburante, energia elettrica, cibo, attrezzature mediche, presidi sanitari. Gli ospedali sono costretti a compiere amputazioni di arti senza anestesia, sempre se intanto non vengono bombardati, perché ormai la regola degli israeliani è colpire anche gli ospedali, le scuole, i luoghi di culto, i musei. “Nessun luogo è sicuro” hanno dichiarato i rappresentanti dell’Agenzia ONU per i rifugiati, quelli sopravvissuti alla strage che “l’esercito più morale del mondo” (come si autodefinisce) ha compiuto e compie quotidianamente, anche del personale ONU (finora circa 140 uccisi). Centinaia di civili arrestati, denudati, umiliati dai soldati israeliani. E mentre l’esodo forzato dei palestinesi prosegue, governanti di Israele dichiarano, tranquillamente, che annetteranno il territorio di Gaza, e che i palestinesi se ne devono andare, addirittura qualcuno ha ipotizzato l’America Latina.

Nei giorni scorsi sono stati trucidati dall’IDF tre ostaggi israeliani mentre sventolavano bandiera bianca, perché creduti palestinesi. Il che si traduce nella candida ammissione che l’esercito israeliano spara anche ai civili palestinesi, senza preoccuparsi, il che del resto è accaduto anche nella fatidica giornata del 7 ottobre. L’Agenzia ONU per i rifugiati denuncia Israele per aver bombardato un convoglio di aiuti umanitari, che percorreva una strada indicata dalle forze israeliane come sicura.

Questa catastrofe (che non a caso è il significato preciso, drammatico della parola “Nakba”, per i palestinesi) non è un evento “naturale”, è invece frutto di scelte, di azioni determinate e perseguite lucidamente. Ciò che accade in Palestina è sconvolgente, inumano, inammissibile sotto ogni riguardo. Noi stiamo assistendo non ad una guerra, ma allo sterminio premeditato di un popolo inerme. È l’abominio che, attraverso l’ennesimo travestimento semantico, si camuffa da “diritto alla difesa”.

Di fronte a tutto ciò riteniamo che la neutralità, l’equidistanza corrispondano a una forma di complicità: ma anche il silenzio è una forma di connivenza con chi opprime, chi distrugge, chi imprigiona, chi uccide, con chi stermina indiscriminatamente persone “fragili”: anziani, donne, bambini. Come ha detto Papa Francesco, questo del 2023 è stato “Il Natale di Erode”. E il nostro cuore è gonfio di sdegno, ma non vogliamo più accontentarci di questo, vogliamo mobilitarci e invitare alla mobilitazione.

Perciò noi sottoscritti, ci uniamo e intendiamo mobilitarci per chiedere:

– Il cessate il fuoco permanente a Gaza per impedire che lo sterminio prosegua con altre decine di migliaia di uccisioni indiscriminate di civili palestinesi, e che i palestinesi siano costretti ad abbandonare Gaza, il suo territorio, le sue acque.

 – La denuncia inequivocabile dei crimini che Israele sta compiendo nella Striscia di Gaza, ed il rifiuto della logica giustificante dell’ingannevole frase “Israele ha diritto a difendersi”. Non ci si difende annientando un popolo inerme e incarcerato in un fazzoletto di terra, sottoposto a un blocco atroce che dura da un ventennio.

– Il diritto di esprimere liberamente, sulla base delle nostre conoscenze e delle nostre sensibilità di artisti e intellettuali, analisi e valutazioni della crisi in atto in Medio Oriente, a cominciare dalla denuncia che tutti noi abbiamo fatto per gli aspetti feroci dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, consapevoli che quella ferocia che condanniamo non che è l’altra faccia della medaglia: l’occupazione abusiva e la pratica dell’apartheid da parte del governo israeliano. 

– Il diritto di non accettare più in nessuna forma il ricatto della Shoah, la speculazione politica da parte del sionismo, e di non avere paura dell’accusa grottesca di “antisemitismo”, accusa che senza pudore anche oggi, per ignoranza o malafede, viene riproposta contro chiunque osi denunciare il genocidio in atto contro il popolo palestinese.

L’incriminazione di Benjamin Netanyahu (e dei suoi ministri) come da poco ha fatto il Sudafrica, davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU per crimini di guerra e contro l’umanità ai sensi della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio delle Nazioni Unite.

Proprio come i firmatari del primo appello in difesa del capitano Alfred Dreyfus, guidati da Emile Zola nel 1894, come artisti e intellettuali, noi riteniamo di avere il diritto ma anche il dovere di scendere in campo. Di uscire dal silenzio, e di invitare tutti i nostri sodali a fare altrettanto. Per questa ragione, con la firma di questa lettera, proclamiamo l’impegno a progettare insieme strategie, eventi, articoli, testi poetici o narrativi, spettacoli, performances artistiche, drammaturgiche, cinematografiche e musicali, che facciano sì che questa lettera non sia un mero sfogo, ma una chiamata a raccolta, un momento di inizio: siamo qui per restare, e agire: vogliamo essere voce e non complice silenzio.

Ci diamo appuntamento ad un prossimo raduno in forma virtuale, per ora, su una piattaforma che ce lo consenta, per definire collettivamente tali strategie.

Promotori:

Angelo d’Orsi, Storico, Giornalista, Organizzatore culturale

Alessandro Negrini, Regista

PER ADERIRE ALLA LETTERA APERTA:
artistieintellettualipergaza@gmail.com

il nuovo album di marco ariano: “from dance (to dance)?”

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https://folderolrecords.bandcamp.com/album/from-dance-to-dance

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Viene, non si contiene, non è contenuto.
Si depone come lascito.
Dal lavoro con i corpi. Corpi danzanti, corpi-suono – from dance.
Se c’è una successione è corpo-segno-suono (e forse adesso dai suoni l’appello a ritornare ai corpi – to dance?)
Dalla smemoratezza dell’improvvisazione. Dai vuoti di memoria (è su questo che lavoro – lavoro radicale, pericoloso – sulla sospensione dei linguaggi, il farsi fuori, lo smisurato… orizzonti problematici, controversi, im-possibili – da esperire/spensare, e non può essere altrimenti).
Da raccolta di grafiche private (in quaderni di appunti) ad es-posizione de-privata in partizioni (non partiture).
Segnature dinamiche poste in comune come quadri/partizioni mutabili.
Non c’è niente di affermato, sono tracce nolenti prive di forza coercitiva, scritture rimesse in gioco come pre-testi illeggibili (ed è evidente che soltanto pochi possono suonare con “assoluta precisione” l’illeggibile).
Inviti, semplici inviti.
Lasciarsi provocare, accettare le provocazioni.
Suggerisco(no) atmosfere, accadimenti.
Non ho mai detto cosa fare, cosa suonare, (cosa danzare).
La strategia delle partizioni gioca sul multiverso, le sovrapposizioni, sulle sconnessioni spaziotemporali, le possibili composizioni e ricomposizioni.
Amo gli accidenti, le coincidenze impreviste. Tutto Qui.
OrecchiOcchio ContemplazioneAscolto.
Tutto si cancella e si riscrive in paesaggi della risonanza.

M.A.

[From dance (to dance)?]

released December 22, 2023

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oggi, 20 dicembre, a roma, presso sic12 artstudio: un ricordo di sergio nascimbeni

cliccare per ingrandire

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oggi, 17 dicembre: “radici future”, 1990-2023, trentatre anni di villaggio globale

RADICI FUTURE
1990 → 2023: 33 anni di Villaggio Globale
Roma – Villaggio Globale, OGGI, domenica 17 dicembre 2023 ore 11>22
Lungotevere Testaccio 1

17 dicembre, Federico Raponi: ● ore 18:30
Villaggio Globale e la Musica

Per anni il Villaggio Globale è stato un punto di riferimento per concerti di artisti affermati e presentazione di nuove proposte.
Incontro con alcuni dei protagonisti di quella stagione.
Una riflessione su come è cambiata la produzione musicale dal basso.

partecipano:
• Enrico Colaiocco – tra i fondatori di Villaggio Globale
• Stefano Strina – organizzatore di numerosi concerti al Villaggio Globale
Gridalo Forte Records – etichetta musicale storica
• Luciano LeproneLuzy L. Toretta Stile
• Francesco Regina – Etno Trance, musica popolare salentina
• Marco Paolo Pierucci – DJ Vortex
Puzzle Sound System – DJs & band

introduce e coordina: Federico Raponi, autore del libro ‘Quando il fumo si dirada’
https://tuttascena1.wordpress.com/2020/07/17/11546/

https://youtu.be/qkZ_5-2xqLw
(intervista audio ad Alfonso Perrotta del Villaggio Globale)

 

oggi, 23 novembre, notte bianca a villa medici: installazioni, proiezioni e performance

In mostra i lavori dei borsisti in residenza a Villa Medici:
Pierre Adrian, Mali Arun, Ismaïl Bahri, Séverine Ballon, Hélène Bertin,
Alix Boillot, Madison Bycroft, Laure Cadot, Céline Curiol,
Jean-Charles de Quillacq, Ophélie Dozat, Hamedine Kane,
Kapwani Kiwanga, Laure Limongi, Morad Montazami, Justinien Tribillon.

Luci: Rä di Martino

Laboratorio: Andrew Iacobucci

Curatrici della Notte Bianca:
IUNO (Ilaria Gianni e Cecilia Canzani, con la collaborazione di Giulia Gaibisso)

La Notte Bianca torna a Villa Medici OGGI, giovedì 23 novembre per presentare il lavoro dei borsisti in residenza presso l’Accademia di Francia a Roma. Continua a leggere