Archivi tag: Resistenza

pasquale polidori: “utilissimo e pratico questo libretto da imparare a memoria…” (vero metodo…)

Video 2023 di Pasquale Polidori sul libro di Marco Giovenale, Vero metodo per la cernita dei poeti (Edizioni Volatili, 2023, con partiture visive di Giuditta Chiaraluce).

Il post di PP:
https://www.facebook.com/watch/?v=5971590182969913&rdid=lIbiFQgeWBzxsAea

Utilissimo e pratico questo libretto da imparare a memoria. (Poi in casa ci sono: la salvia, la fragola, il timo, il rosmarino e la salvia symbol.)

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il 25 aprile della partigiana luciana romoli: “mi sono ribellata al fascismo a 8 anni”

Il 25 aprile della Partigiana Luciana Romoli: “Mi sono ribellata al fascismo a 8 anni”

continua su:
https://www.fanpage.it/roma/25-aprile-a-roma-sfregio-alla-lapide-di-forte-bravetta-partigiano-stupratore-assassino/

un video di ricostruzione e memoria: assolutamente da ascoltare

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oggi, 25 aprile, a roma (presso la libreria fahrenheit 451): inaugurazione della mostra e presentazione del libro “il partigiano di vestea…”

Giovedì 25 aprile – ore 18:00
FESTA DELLA LIBERAZIONE
Libreria Fahrenheit 451, Campo de’ Fiori, 44
 
Inaugurazione della mostra
IL PARTIGIANO DI VESTEA
E ALTRE STORIE DI GUERRA
Opere grafiche di Beatrice Dell’Orso
2023-2024
Presentazione del libro
IL PARTIGIANO DI VESTEA
di Roberto Delle Cese
Edizioni Sanpino, 2024
In occasione della presentazione verranno letti brani delle memorie del partigiano Umberto Graziani e poesie dei poeti-partigiani Ideale CannellaFlaminio Musa e Aldo Farina.
Il partigiano di Vestea narra la storia di Umberto Graziani che durante gli anni della Seconda guerra mondiale maturò la scelta di diventare un combattente animato da ideali di giustizia e libertà. Dalla chiamata alle armi, a cui seguirono settimane di addestramento militare nella caserma dei paracadutisti di Tarquinia, ai mesi in cui svolse l’attività di sarto presso il campo di internamento fascista di Kampor nell’isola di Arbe, in Croazia, la vita del giovane abruzzese si configura come un susseguirsi di vicende memorabili. Il racconto della sua giovinezza si sofferma sulle circostanze che indussero il ragazzo a diventare un partigiano della Brigata Rab impegnata nei boschi della Slovenia in agguati nell’ambito della lotta di Liberazione dal nazifascismo.
Umberto era orgoglioso del suo piccolo contributo alla lotta partigiana. Ne aveva passate tante, ma la scelta fatta gli sembrava la strada giusta da seguire. Non si era pentito né aveva rimpianti. Se fosse potuto tornare indietro si sarebbe comportato allo stesso modo. Aveva combattuto per una causa dignitosa.

esposto contro il governo italiano per complicità nel genocidio del popolo palestinese

Esposto contro il governo italiano per complicità nel genocidio del popolo palestinese
https://credgigi.it/2024/04/23/esposto-contro-il-governo-italiano-per-complicita-nel-genocidio-del-popolo-palestinese/

Diversi rappresentanti della comunità palestinese in Italia, sostenuti da un team di avvocati romani e da associazioni attive sul tema della difesa del diritto internazionale e dei diritti individuali e collettivi, hanno presentato alla Procura di Roma un esposto-denuncia relativo alle scelte recenti del governo italiano che potrebbero configurare una complicità nel genocidio in corso ai danni della popolazione palestinese.
L’atto, —> continua qui

bologna, teatro delle ariette: 25 e 28 aprile, e 1 maggio

cliccare per ingrandire

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25 aprile, roma, fahrenheit 451: inaugurazione della mostra e presentazione del libro “il partigiano di vestea…”

Giovedì 25 aprile – ore 18:00
FESTA DELLA LIBERAZIONE
Libreria Fahrenheit 451, Campo de’ Fiori, 44
 
Inaugurazione della mostra
IL PARTIGIANO DI VESTEA
E ALTRE STORIE DI GUERRA
Opere grafiche di Beatrice Dell’Orso
2023-2024
Presentazione del libro
IL PARTIGIANO DI VESTEA
di Roberto Delle Cese
Edizioni Sanpino, 2024
In occasione della presentazione verranno letti brani delle memorie del partigiano Umberto Graziani e poesie dei poeti-partigiani Ideale CannellaFlaminio Musa e Aldo Farina.
Il partigiano di Vestea narra la storia di Umberto Graziani che durante gli anni della Seconda guerra mondiale maturò la scelta di diventare un combattente animato da ideali di giustizia e libertà. Dalla chiamata alle armi, a cui seguirono settimane di addestramento militare nella caserma dei paracadutisti di Tarquinia, ai mesi in cui svolse l’attività di sarto presso il campo di internamento fascista di Kampor nell’isola di Arbe, in Croazia, la vita del giovane abruzzese si configura come un susseguirsi di vicende memorabili. Il racconto della sua giovinezza si sofferma sulle circostanze che indussero il ragazzo a diventare un partigiano della Brigata Rab impegnata nei boschi della Slovenia in agguati nell’ambito della lotta di Liberazione dal nazifascismo.
Umberto era orgoglioso del suo piccolo contributo alla lotta partigiana. Ne aveva passate tante, ma la scelta fatta gli sembrava la strada giusta da seguire. Non si era pentito né aveva rimpianti. Se fosse potuto tornare indietro si sarebbe comportato allo stesso modo. Aveva combattuto per una causa dignitosa.

c’è questa notizia… / christian raimo. 2024

C’è questa notizia che mi riguarda ma forse non riguarda solo me.
Ieri l’ha battuta l’Ansa e dice: “In merito alle dichiarazioni rilasciate da Christian Raimo in tv nel corso della trasmissione “L’aria che tira” l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, per la parte di competenza, ha già avviato nei giorni scorsi un approfondimento interno. Ogni docente è prima di tutto e sempre un educatore e la scuola non può condividere nessuna forma di violenza, anche verbale, nel rispetto dei valori che sono propri della nostra Costituzione”.
Mi vengono da dire due cose. Una sul metodo e una sul merito.
Rispetto al metodo: il ministro Valditara mostra quanto rischia di diventare violenta l’autorità, ma diciamo anche il potere, quando non ha autorevolezza né capacità di ascolto e di dialettica. Per le dichiarazioni che ho fatto in trasmissione – e non a scuola, ovviamente – ho ricevuto violente dichiarazioni minatorie di parlamentari leghisti e di Fratelli d’Italia. E striscioni di minacce di gruppi ultras neonazisti e gruppi di studenti di organizzazioni neofasciste con altri striscioni sotto scuola, tutti a volto coperto. Anche se famigliari, amici, colleghi, compagni, avvocati insistono che dovrei esserlo, io non sono preoccupato per le minacce personali, ma per il gioco democratico e il senso delle istituzioni.
Un ministro dovrebbe difendere tout-court un docente minacciato da gruppi neonazisti invece di avviare un approfondimento interno, e invece finisce proprio per accodarsi agli striscioni intimidatori, e lasciare che gli uffici scolastici regionali vengano usati in modo esattamente contrario alla loro funzione; non prendere parola invece quando davvero la violenza fisica viene esercitata sulla comunità scolastica, come è accaduto a Pisa poco più di un mese fa.
Nel merito. Non so quale costituzione abbiano come riferimento Valditara o altri rappresentanti di governo. Quella per cui insegno è nata dalla lotta di partigiane e partigiani che hanno combattuto fascismi e nazismi. A scuola spero di educare alla libertà (art.2) e alla giustizia (art.3); non al merito, non all’assimilazione o all’umiliazione, che sembrano l’orizzonte pedagogico del ministro Valditara. Del resto l’articolo 33 garantisce la libertà d’insegnamento, e ognuno ha il suo stile educativo.
Il mio prova a ispirarsi ai testi che ho la fortuna di leggere e ristudiare con i miei studenti, di antifascisti come Giacomo Matteotti, George Orwell, Antonio Gramsci, Italo Calvino, Ada Gobetti, Beppe Fenoglio, di emozionarmi con loro per la testimonianza dei milioni di persone spesso sconosciute che hanno dedicato la loro vita a contrastare i nazismi, e raccontare il senso di quell’impegno. Anche io l’ho imparato a scuola e all’università. Da quando a sette anni ci portarono con la mia classe delle elementari al Quirinale a fare un incontro con il presidente della repubblica Sandro Pertini, e per prepararci leggemmo con il maestro il suo diario di lotta, Sei condanne e due evasioni; a quando mi sono addottorato sulla storia della scuola democratica, facendo ricerca sul dibattito sull’educazione che avveniva nelle Repubbliche partigiane e sulle idee e pratiche di tanti docenti, intellettuali, maestri e maestre che tradussero il loro impegno antifascista in vocazione pedagogica, come Gianni Rodari, Mario Lodi, Margherita Zoebeli, Emilio Lussu, Emma Castelnuovo… 
Ho imparato dalla storia di Aldo Capitini, a cui ho dedicato una parte importante del mio ultimo libro, Scuola e resistenza, il valore antifascista della nonviolenza e del pacifismo. Ma ho imparato dalla lezione anche biografica di Marc Bloch o da quella storiografica di Claudio Pavone, quello di violenza giusta e necessaria, che è il senso della Resistenza. L’opposto della violenza fascista, fine a sé stessa, virilista e “purificatrice”; quella dei partigiani, in Italia, in Europa, è stata un’azione dolorosa ed estrema per contrastare il dominio della violenza cieca fino al genocidio. Cosa fare del resto quando gli strumenti dello stato liberale non fermano i fascisti, come accadde nel ’22 con la marcia su Roma, o nel ’24 con l’omicidio Matteotti, e come è continuato a accadere in molte parti del mondo anche dopo la caduta dei fascismi storici? Sono del resto le stesse ragioni per cui ha preso le armi e rischiato la vita, credo, anche Luigi Valditara, padre del ministro – lui stesso lo ricorda spesso – come militante delle Brigate Garibaldi quasi 80 anni fa.
Cosa fare oggi di questa storia complessa e importante, cosa farne nel nostro ruolo di educatori? In Italia abbiamo avuto un’amnistia dei criminali fascisti, promossa da Palmiro Togliatti, ministro di grazia e giustizia del governo nato dal Cln a guida De Gasperi. Ma è possibile confondere amnistia e amnesia? Il principio greco del mé mnesikakein, non serbare rancore, o quello romano della legge d’oblio, lex oblivionis, ci danno un oriente etico per la nostra democrazia che nasce alla fine di una guerra civile.
Però questa pratica di pedagogia civile non significa cancellare l’imprescindibile impegno del contrasto al fascismo e al nazismo, quando si ripresentano in Europa: dalla Germania all’Ungheria, dall’Olanda anche all’Italia, i movimenti che si ispirano dichiaratamente al nazismo e al neonazismo prendono forza, acquistano militanti, trovano indulgenza e alle volte persino complicità dai governi. Contrastarli con la testimonianza quotidiana, e ricordare in classe quanti hanno anche perso la vita per combattere questa ideologia, fa parte, sarà d’accordo, della nostra responsabilità professionale e civica. È quello che ci chiede la costituzione, siamo d’accordo?
Colgo l’occasione di questo scambio, che mi auguro di poter archiviare in fretta come uno dei soliti scivoloni comunicativi del governo, e spero di incontrare di persona il ministro Valditara alla manifestazione del 25 aprile a Milano. È un militante della Lega, e mi sembra che il suo partito stia ritrovando la sua originaria ispirazione federalista e antifascista. Magari discuteremo dal vivo, da educatori, anche lui insegna e sa sicuramente riconoscere le virtù dell’elenchos socratico.

appello in favore di luciano canfora | dal blog ‘via lepsius’

Faccio mio e rilancio il seguente appello in favore di Luciano Canfora (per firmare l’appello è possibile scrivere all’indirizzo email  appellosostegnocanfora@gmail.com): Il prossim…
→ continua qui: Appello in favore di Luciano Canfora | Via Lepsius

oggi, 13 marzo, a palermo: presentazione del libro “la pantera. il primo movimento contro l’università neoliberale”, di pietro maltese

il libro:
https://www.gipesrl.net/shop/collane/le-opinioni/la-pantera-pietro-maltese/

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palestinian women

https://www.threads.net/@twoferdiseven/post/C3DtoG7tPnh

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il nawaat festival, a tunisi: resistenza

https://orientxxi.info/lu-vu-entendu/tunisi-al-nawaat-festival-la-parola-d-ordine-e-resistenza,7019

‘the guardian’: freed activist ahed tamimi speaks of plight of palestinians held in israeli prisons

Caption from the video @ the youtube channel of ‘The Guardian’: 
Prominent activist Ahed Tamimi is one of 30 Palestinians released in the sixth swap between Israel and Hamas. The 22-year-old, who has become a symbol of resistance against Israel’s occupation, was seen embracing her mother after being released. Tamimi told reporters: ‘Our joy is diminished because there are many martyrs in Gaza.’  She went on to describe the conditions faced by Palestinians held inside the Israeli prison

“Recently they arrested 10 women from Gaza, leaving their children homeless. The situation is very bad. They tortured all the prisoners, both women and men” (Ahed Tamimi)

29 novembre, firenze: “amelia rosselli e l’eredità della resistenza antifascista”

Mercoledì 29 novembre 2023, alle ore 17:00
Presso la Soprintendenza Archivistica della Toscana
via Ginori 7, Firenze

Lectio magistralis della professoressa Jennifer Scappettone

“Amelia Rosselli e l’eredità della Resistenza antifascista:
canti di una comunità futura”

Intervengono Michele di Sivo, Emilio Capannelli, Jennifer Scappettone, Valdo Spini Continua a leggere

18 novembre: aggiornamenti su al shifa, dal canale youtube di al jazeera

Mohammed Zaqout insists that Israeli forces gave staff and patients at al-Shifa Hospital in Gaza the order to evacuate this morning.

“I categorically deny these false allegations [that evacuation was requested] … despite the difficult situation, the medical staff were working and operating … we were forced to leave at gunpoint,” he told Al Jazeera.

Moreover, Zaqout said that a list of critical patients has been handed to the Red Cross to be taken to Egypt for treatment, but that he is still awaiting updates on the issue.

Jihad Abu Shanab has described the scenes near the al-Ahli Arab Hospital, also known as Baptist Hospital, as “total destruction”.

Here are his translated comments:

The vicinity around the hospital has been levelled to the ground.
Dozens of dead bodies are scattered on the streets.
Many of the bodies have been changed beyond recognition.
People are trying to do everything to bury as many people possible.

18 nov 2023
#aljazeeraenglish #BreakingNews #aljazeeralivenews

7mila persone in trappola nell’ospedale di al shifa

da Radio Popolare:

Oltre 7mila persone in trappola nell’ospedale di Al Shifa

“I tentativi di Israele di ridurre al minimo le vittime civili non hanno avuto successo”. A dirlo è il premier Benjamin Netanyahu in un’intervista a CBS, accusando Hamas di questo e spiegando che Israele sta facendo il possibile per evitarle. Intanto i bombardamenti sulla striscia di Gaza continuano. Secondo il bilancio aggiornato dal Ministero della Salute sono almeno 12mila i morti nella striscia, più di 5mila bambini. Ci sarebbero anche più di 3.700 dispersi e oltre 30mila feriti. Oggi almeno 18 persone sono state uccise in un raid sul campo profughi di Jabalia, mentre decine di persone sarebbero morte in un attacco su una scuola a sud di Gaza City, secondo l’ospedale indonesiano.

Il direttore dell’ospedale di Al Shifa ha detto che nella notte tutti i pazienti che erano in terapia intensiva sono morti a causa della mancanza di elettricità. In totale 22 persone.

Per il terzo giorno consecutivo i militari israeliani sono all’interno della struttura dove stanno cercando quello che è stato definito come un importante centro strategico di Hamas. Per il momento non sono state fornite prove che ne potrebbero dimostrare l’esistenza. Ciò che è stato recuperato, ad ora, sono una quindicina di Kalashnikov, l’ingresso di un tunnel, alcune uniformi militari e alcune granate. Naturalmente la scoperta e la prova dell’esistenza di un importante quartier generale di Hamas sotto l’ospedale sono ancora possibili, intanto, però, secondo il direttore di Al Shifa ci sono circa 7mila persone – tra pazienti, medici e sfollati – intrappolate nella struttura senza cibo né acqua.
A Gerusalemme abbiamo raggiunto al telefono Andrea de Domenico, portavoce dell’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Palestina: https://www.radiopopolare.it/riassunto-della-giornata-notizie-venerdi-17-novembre/#2

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[ un video: ️
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