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oggi @ centroscritture.it: lezione su vittorio reta e “visas” (a cura di valerio massaroni)

Per una canta ride selvaggia
si appropria del contenuto di un dolore inscatolato
che tagli ogni lingua prima che raggiunga la parola,
il cuore in affanno
e fai perdere in teleologie senza fili che trattengono
e ci chiudono fuori in censure, in cesure

Vittorio Reta, “Visas” (1976)

Oggi pomeriggio, 2 febbraio, alle ore 18, lezione di Valerio Massaroni su Vittorio Reta. Nel contesto del corso “Poesia contemporanea 2. Dagli anni ’60 agli anni ’80” del CentroScritture.

Tutto il programma su https://www.centroscritture.it/corsi

(È possibile iscriversi al corso in qualsiasi momento, anche a lezioni avviate)

sotto la campo

Per tutto il Novecento le varie correnti letterarie e i vari poeti se le sono suonate di santa ragione, botte da orbi, giù mazzate, gambe tese, crocchiare di ossa, schiocchi di merli, frusci di serpi: ed era il Novecento. Bombe, mica miccette.
Adesso, dopo 20 anni di nuovo secolo (e millennio), è evidente che una universale pax vobiscum mette tutti d’accordo e contenti. Su facebook il desiderio di tanti poeti è volteggiare nel vuoto whimper con la levità antipanico e antipunk di una cristinacampo.
Ma bada, lettore medio, sotto la campo la capra crepa, e la letteratura di questi delicati e iperallergici alla critica li disabitua a vedere la spazzatura di che l’editoria strascoppia.

Va tutto bene: la bianca, lo specchio, le minori e le minime (in Italia e all’estero, avrebbe detto Bernacca). Per carità, signore e signori, tenetevi alle maniglie, non sia mai che vi scappi un dubbio da sotto la campo.

Nel ’75 o nel ’78 non sareste durati mezza ripresa, sul ring.

*

https://t.ly/qSGn / https://www.instagram.com/p/Cn6eBbSMru8

per una prima classificazione teratologica dei versificatori italiani contemporanei / differx. 2022

ossidati dai clichés, flarfer inconsci, brutalisti del kitsch, divoti dell’iperbato, retori del buonismo, o del cattivismo, cannibali anziani, ri-avanguardiani a serramanico, neolirici con o senza clava, adolescenti possiamo darci del tu, politici detentori di memorie, fornaretti dell’undicesima sillaba, nati nel ’57 (1857), nihilisti da stadio, jeunesse dorée, pozzetti sifonati di gioia, confessional proprio fiduciosissimi, confessional abitati da dubbi, plettri che rimpiangono la chitarra, aniconici, aruspici, metallari, metaforuti, lessicanti del contorto o del piallato, papà parà neodadà, parenetici, predicatori laici o in paramenti, friggitori romagnoli, lineilombardi, cultori del generico, del generalizzante, mitomodernisti, liricantropi, metricisti OCD, nani neocrepuscolari, neofuturisti con la fissa delle maiuscole in giro sul foglio, gregari del grigio svizzero, barellieri che soccorrono l’ermetismo, appartati, rimanti di primo o medio Novecento, gagà colorati, intronati da Campana, mantidi, neopavesiani, belliani che si scoprono trilussiani, patiti degli agnoli di Rilke, fulminati con l’agnolo di Benjamin, strapaesani, tassidermisti celaniani, rapper mancati, trapper riusciti, trappisti dell’ultimo Rebora, cristinecampo, zanzottiani senza Lacan, lacaniani senza Zanzotto, om om con Jung & oriente a pioggia, contenutistə, contenudistə, latinisti in pensione, notai sognanti, ospiti ingrati, disimpegnati dilicati, disimpegnati col formaggio piccante, giallisti che però guarda cosa avevo nel cassetto, criptofascisti col vocabolario adamantino, rondoni allevati a pirlerie ogm, psichiatri che amano Totò, psichiatri che non capiscono Totò, sperimentali pentiti cangiati in sottoRodari, mele secche, bruciati dal beat, editor con sacca lacrimale reggitrave, marchesini che escono alle cinque, oulipiani, infanti prodigi d’infanzia, rimbaudini coi loro verlainini, preti ma laicamente, briachi di edizioni numerate da 1 a 2, poeti non professionisti che tuttavia, poeti incurvati colla paglietta e il bastoncino, dantisti, fanerogame, prosinprosi, toglietemituttomanonSereni, instagrammer, sfigati su Reddit, sfigati senza nemmeno Reddit, agopuntori dell’haiku, petrarcaici, siliconatori di poemesse, mandriani del verso lungo, inguainate nei tubini al reading, occhioni celesti nelle stories fb, bruchi vellicabili galanti con le coetanee d’Ariosto, drudi pallidi, pallidissimi, semi-invisibili, invisibili del tutto

[continua]

le tossine del romanticismo (2)

È impensabile che un movimento di grandi dimensioni non rilasci nel tempo, anche una volta esaurito il suo senso storico, le proprie tossine. Eventi profondi hanno logicamente conseguenze di lunga durata. Così il Romanticismo. Che infatti periodicamente si ripropone, addirittura in un secolo, come il Novecento, che di suo ha fatto di tutto per affrancarsene.

Ed è così che nei poeti italiani, segnatamente negli anni Ottanta, in termini di poetica e insieme di editoria (Mondadori, Specchio, orfismi ecc.), e poi da circa cinque-sei anni in qua, ad opera di generazioni nuove che un tempo sarebbero rimaste fisse e senza eco, in un coltivato sottobosco, si produce e riproduce neoromanticismo.

E poiché questo ha – come alleati – lo spettacolo da una parte e lo spettacolo dell’editoria dall’altra, può

1) ambire a qualche vendita in più (in una situazione antropologicamente, culturalmente devastata da metà anni Novanta a oggi),

2) parassitare anzi deforestare gli ecosistemi alternativi,

3) proseguire nella sua operazione di valorizzazione del confessional, dell'”impegno” in affanno pompier, del citabile banale, del bel canto, dell’aproblematico, del limpido-secco o limpido-barocco (indifferente la sintassi: è “il limpido” linguistico la dominante).

le tossine del romanticismo (1)

notilla ennesima sul contesto noto come “poesia italiana contemporanea”

il più bel libro di *oesia degli ultimi x anni, si sente dire.
dove “x anni”= 10 minuti.
si accontentano di poco, per molto poco.
e: con grande sincerità.

nella critica (nome sbagliato, ma facciamo finta che ci si capisce) della poesia italiana contemporanea non c’è neanche bisogno di mentire. la menzogna è l’ambiente intorno, tutto il contesto. basta essere fedeli al contesto, aderenti, e fa tutto lui.

il grande stile (dopo il novecento) / differx. 2019

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prigionieri della pietra (serena)

Alcuni (tanti, ma tanti) autori di poesia lineare assertiva che si sono formati su ciò che l’editoria italiana distribuiva e distribuisce soprattutto dai primi anni Novanta in poi, di fatto, sono figli coerentissimi di una rimozione: la rimozione massiccia della ricerca letteraria.

Glielo si dice in tutti i modi e in tutte le salse, per esempio qui. Ma fanno finta di non capire.
Fanno finta di non capire che per mettere il loro amato Sereni D’Elia Fortini Merini Raboni negli scaffali che frequentavano da giovinetti, ossia (ben che vada) dopo il 1995, l’editoria e la distribuzione avevano dovuto — alacremente già da metà anni Ottanta — falciare via parecchie decine di altre voci. Spazzarne via a manciate.

La seconda edizione di Segnalibro, pressoché un'”omnia” di Edoardo Sanguineti, esce nel 1989. Il che vuol dire che a fine anni Novanta non ce n’è più traccia in libreria. E per una nuova edizione bisognerà aspettare il 2010. L’edizione Einaudi 1979 dei Novissimi negli anni Novanta è sparita da un pezzo (e non ricomparirà che nel 2003). L’attività del Gruppo ’93 si chiude ufficialmente nel programmatico 1993, appunto. Tante sono le edizioni coraggiose, di Manni per esempio (o l’attività di riviste come ‘Allegoria’), ma certo imparagonabili all’impegno profuso da Mondadori, Garzanti ed Einaudi per spostare l’asse del leggibile in Italia (del disponibile in libreria) il più lontano possibile dalla scrittura di ricerca.

Quando il giovinetto va allo scaffale e lo trova monocorde, e diventa lui stesso monocorde, chi giovinetto non è glielo dice. Ma lo scaffale è più forte della voce. E i sigilli che i poliziotti del mainstream hanno messo al luogo del delitto della ricerca (delitto di cui, toh, sono responsabili) restano intoccati.

Questo, almeno fino all’arrivo della rete, che di certi interdetti si fa un baffo. Ma ormai tanti tanti poeti l’intossicazione da serenite l’hanno assorbita tutta. E si muovono come tali, parlano e pensano e “poetano” come il mainstream ha insegnato loro a fare.

immagine da Children of the Stones, 1977, cfr. https://youtu.be/iR9GV0rJAig, 20′ 45”

“esiste la ricerca?” – giovedì 16 giugno, ore 16, studio campo boario (roma)

ESISTE LA RICERCA?
Confronto sulle scritture di ricerca nel contesto della poesia recente

Con interventi di Luigi Ballerini, Cecilia Bello Minciacchi, Alessandro Broggi, Marilina Ciaco, Stefano Colangelo, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Andrea Inglese, Luigi Magno, Massimiliano Manganelli, Giulio Marzaioli, Renata Morresi, Vincenzo Ostuni, Francesco Muzzioli, Giorgio Patrizi, Chiara Portesine, Luigi Severi, Michele Zaffarano e altri ospiti che saranno annunciati successivamente

(con libri delle edizioni IkonaLíber, Tic, Blonk, il verri, Zacinto, [dia•foria)

elenco quasi completo di cosa si studia in italia per fare poesia

Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini Sereni Fortini
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Continua a leggere

la situazione in poesia / differx. 2022

la poesia italiana contemporanea non è sicura ed è stata rimossa / differx. 2019

riassunto della poesia italiana contemporanea/ differx. 2018

Un numero alto di volte, i libri sulla poesia contemporanea anzi attuale suonano così:

Ieri ma oggi Sereni Sereni Fortini, Montale Penna Penna, Pasolini, Montale, Sereni Pasolini, ma Montale ma Sereni, pausa, Togliatti, De Gasperi, Bordiga, Salandra, Federico II, Mazzini, fine pausa, tuttavia va pure detto che Fortini Zanzotto Einaudi, Montale Sereni Pasolini Sereni Pasolini Sereni Sereni Sereni, colpo di scena, Ungaretti, Vitruvio, Tertulliano Poliziano, San Francesco, pausa, Sereni, fine pausa, Giudici, Penna Bertolucci Penna, Raboni, però Sereni e Sereni, Fortini Raboni Merini, Pasolini, ah Pasolini, pausa, fine pausa, quanto è vero, Montale Giudici Fortini, Sereni Pasolini, Caproni, Foscolo Merini, Bertolucci Zanzotto però Sereni, però Montale, Luzi Pascoli Luzi Rebora, Pascoli Pasolini, nel frattempo il romanzo, in Italia, tuttavia Sereni, tuttavia Pasolini, poi Penna Bellezza, Sereni Montale Pasolini.

Quando il libro viene recensito su un quotidiano, la foto d’obbligo ritrae o una stilografica o Pasolini che pensa molto intensamente (“con il corpo e con la mente”, cantava Julio Iglesias).

roma, 13 gennaio: presentazione della “mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea”

w il 1957