Audio completo della lettura di poesie di Luigi Ballerini, con interventi di Marco Giovenale, allo Studio Campo Boario, Roma, 26 maggio 2022, nel contesto della rassegna Libridine 2022.
A un anno dalla scomparsa di Carlo Bordini, slowforward propone una lettura inedita del 10 luglio 1985, registrata da (e in casa di) Alessandro Ricci, e molto saggiamente conservata e ora proposta da Francesco Dalessandro, che qui si ringrazia con energia, anche per le note che si possono leggere in calce.
Era il luglio del 1985 (ricordavo 1983, ma sbagliavo: all’inizio della registrazione è lo stesso Carlo a dire la data precisa: 10 luglio 1985), eravamo a cena a casa di Alessandro Ricci (non ricordo esattamente chi ci fosse oltre Sandro, Carlo e me). Dopo cena chiedemmo a Carlo di leggere Strategia. Sandro insistette molto e alla fine l’avemmo vinta. Trovammo un tavolinetto e Carlo ci si sedette dietro. Ricordo che non ci entrava con le ginocchia. Trovammo un registratore di audio cassette e Carlo si accinse a leggere. All’inizio fu un po’ problematico, come si sente all’inizio della registrazione, ma poi fu una bella lettura, mi pare anche chiara e pulita: la voce si sente bene, la voce di Carlo, lenta, pastosa (o forse un po’ impastata dal vino: avevamo bevuto molto). L’interessante, secondo me, è la premessa e la poesia che Carlo fa precedere a Strategia e poi la poesia finale, che secondo lui è il superamento di Strategia e dei conflitti e degli scontri che il poemetto racconta. Feci riversare questa lettura dall’audio cassetta su un CD e la trasmisi a Carlo, allegata a una mail del 24 sett. dell’anno scorso, poco prima della sua scomparsa.
A Roma, prendere il treno alla stazione Quattro Venti (sulla via omonima) di Monteverde, al binario 1, significa fare l’esperienza acustica netta, anzi nettissima, della presenza di un fiume o torrentello/rigagnolo sotterraneo. Uno scroscio ininterrotto. Il suono è – a dir poco – energico.
Via via più forte man mano che ci si avvicina alla grata verticale buia, chiusa, in fondo alla banchina, come si può constatare qui:
PROSA IN PROSA Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.
“Partire da una sceneggiatura visiva per approdare a un documento sonoro. Il visivo scompare per lasciare spazio all’uditivo. O, forse, a un altro vedere e sentire” (Pietro D’Agostino)
Il mio contributo al progetto (ascoltabile nel file audio #2) è tratto dal libro, ancora inedito, ossidiane. I testi, eseguiti oralmente, sono però da me variati proprio in virtù dell’esecuzione.
File audio dell’incontro presso lo Studio Campo Boario (Roma, 28 feb 2019): “Manque de signe”: discussioni & imbandigioni SULLE SCRITTURE ASEMICHE e i loro effetti sulle popolazioni
In una tavola rotonda,
Silvia Bordini, Laura Cingolani, Alberto D’Amico, Giuseppe Garrera, Marco Giovenale, Fabio Lapiana, Fabrizio M. Rossi e Andrea Tomasini si confrontano su scritture fuori registro, graffi e glifi, grafie anomale,strane, asemantiche o deliranti, scarabocchiate, incerte, maldestre, manchevoli, matte, tagliate, mostruose, illeggibili, buffe.