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Il 18 maggio 2022, mercoledì, si terrà il primo convegno sull’opera e la figura di Adriano Spatola, nella letteratura del ‘900 e oltre:
Adriano Spatola: molarità nella letteratura del ‘900.

Il Convegno è organizzato dal Collettivo LALS (Laboratorio Letterario di Siena) in collaborazione con il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Siena e la casa editrice [dia•foria.

Oltre al convegno è prevista una mostra propedeutica ed esplicativa di materiali spatoliani (opere visuali, manifesti, libri e un percorso biobibliografico), a cura di Marcello Sessa e Giovanni Fontana, e una serata performativa con diversi artisti, in omaggio al poeta.

In anteprima verrà presentata la riedizione ufficiale del romanzo L’oblò, a cura di Giovanni Fontana e Daniele Poletti, per le edizioni [dia•foria, in collaborazione con dreamBOOK edizioni.

Per informazioni e preordini:
info@diaforia.org

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18 maggio, siena: adriano spatola (giornata di studi, incontri, azioni)

Il 18 maggio 2022, mercoledì, si terrà il primo convegno sull’opera e la figura di Adriano Spatola nella letteratura del ‘900 e oltre: Adriano Spatola: molarità nella letteratura del ‘900.

Il Convegno è organizzato dal Collettivo LALS (Laboratorio Letterario di Siena) in collaborazione con il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Siena e la casa editrice [dia•foria.

Oltre al Convegno è prevista una mostra propedeutica ed esplicativa di materiali spatoliani (opere visuali, manifesti, libri e un percorso biobibliografico), a cura di LALS (Laboratorio Letterario di Siena) in collaborazione con il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Siena e la casa editrice [dia•foria..

La giornata avrà il suo avvio alle ore 10.00, con la presentazione ufficiale del Convegno e gli interventi di:

– Bianca Maria Bonazzi
– Marcello Carlino
– Marilina Ciaco
– Giovanni Fontana
– Clementina Greco
– Francesco Muzzioli
– Valentina Panarella
– Daniele Poletti
– Chiara Portesine
– Gian Paolo Renello
– Marcello Sessa

A seguire, dalle 19.30, si terrà la serata performativa in omaggio ad Adriano Spatola, con le seguenti presenze:

– Paolo Albani
– Francesco Aprile
– Julien Blaine
– Ophelia Borghesan
– Sara Davidovics
– Giovanni Fontana
– Fumofonico
– Gian Paolo Guerini
– Rosaria Lo Russo
– Massimo Mori
– Gian Paolo Roffi
– Fabio Teti
– Paul Vangelisti

In occasione del Convegno sarà presente il libro OPERA di Adriano Spatola, contenente tutta l’opera poetica dell’autore e la riedizione del romanzo L’oblò, per le edizioni [dia•foria, in collaborazione con dreamBOOK edizioni.

Per qualsiasi informazione potete scrivere a:

info@diaforia.org
collettivolals@gmail.com

6 novembre, fondazione berardelli, “la poesia visiva come arte plurisensoriale”: l’olfatto

Fondazione Berardelli – Via Milano 107 – Brescia
PRATICHE SINESTETICHE
, un progetto di Lamberto Pignotti
La poesia visiva come arte plurisensoriale L’OLFATTO
dal 06.11.2021 al 22.01.2022
Inaugurazione 6 novembre 2021 – ore 18:00

La Fondazione Berardelli dà il via alla nuova mostra collettiva del progetto
P r a t i c h e   S i n e s t e t i c h e
di Lamberto Pignotti, presentato da Melania Gazzotti e curato da Alice Valenti

Il progetto prevede una serie di mostre corredate di catalogo che approfondiscono la ricerca sui nessi multisensoriali presenti nella poesia visiva e in questa occasione la ricerca dei 53 artisti verbovisivi coinvolti è dedicata alla sfera O l f a t t i v a.

Partecipano gli artisti Demosthenes Agrafiotis, Fernando Aguiar, Paolo Albani, Bruno Aller, Francesco Aprile, Massimo Arduini, Andrea Astolfi, Bernard Aubertin, Carla Bertola, Julien Blaine, Jean- Francois Bory, Anna Boschi, Antonino Bove, Giuseppe Calandriello, Vito Capone, Elena Cappai Bonanni, Ugo Carrega, Hans Clavin, Carlo Marcello Conti, Jakob De Chirico, Prisco De Vivo, Raffaella Della Olga, Marcello Diotallevi, Marisa Facchinetti, Fernanda Fedi, Luc Fierens, Giovanni Fontana, Claudio Francia, Davide Galipò, Delio Gennai, Gino Gini, Marco Giovenale, Nicolò Gugliuzza, Silvana Leonardi, Ruggero Maggi, Lucia Marcucci, Giorgio Moio, Gi Morandini, Massimo Mori, Chiara Mulas, Gianluca Panareo, Enzo Patti, Serge Pey, Rosa Pierno, Lamberto Pignotti, Cristina Ruffoni, Lucia Sapienza, Sarenco, Carlo Alberto Sitta, Arrigo Lora Totino, Piero Varroni, Donatella Vici, Emiliano Zucchini

In occasione dell’inaugurazione, interventi performativi di Giovanni Fontana, Ruggero Maggi e una performance a due voci degli artisti Davide Galipò e Elena Cappai Bonanni che verrà accompagnata da un live painting del poeta di strada Davide Pruonto

Giulio Marzaioli, “Firenze celebra Vito Riviello”

Giulio Marzaioli

Firenze celebra Vito Riviello

 

Si dice di Firenze che sia una città troppo concentrata su quanto accade all’interno del proprio perimetro comunale e certamente detto luogo, appunto, comune, sarà per molti aspetti vero. Tuttavia proprio a Firenze si deve un’iniziativa che sabato 23 gennaio ha visto coincidere traiettorie provenienti da diverse regioni italiane, diverse esperienze culturali, diversi linguaggi espressivi, orientate tutte a comporre un tentativo di discorso relativo ad uno dei poeti italiani meno “perimetrabili” del secondo Novecento. Cecilia Bello Minciacchi, Giulio Marzaioli, Massimo Mori, Giuseppe Panella, Plinio Perilli, Giacomo Trinci, Alessandra Borsetti Venier, Mariella Bettarini, Elisa Davoglio, Rosaria Lo Russo, Marco Simonelli, Maurizio Spatola hanno tratteggiato presso l’Area N.O. di Massimo Mori i contorni di una delle figure meno tratteggiabili e che più dovrebbero essere ri-trattate tra gli autori italiani della scena contemporanea, Vito Riviello. Su iniziativa dello stesso Massimo Mori, alla presenza di Lidia Riviello e Daniela Rampa, figlia e moglie di Vito, sono trascorse testimonianze e letture sia di testi di Riviello sia di critica e approfondimento del suo percorso lungo più di mezzo secolo. A corredo del programma di interventi una sezione video (Videointerviste a Vito Riviello di Paolo Ragni, 2007 e ‘LIVE: Vito Riviello’ dalla videorivista di poesia VIDEOR, 1990) e materiale in esposizione (Tracce, calendario 2010 ‘Italianuda’a cura di M.T. Ciammaruconi, estratti da Chi è il poeta? a cura di M. Bettarini  e S. Batisti, 1980, il libro-opera ‘L’INTRIGO’, Morgana Edizioni, 1994, la poesia concreto-visiva Silenzio per i poeti che dal silenzio ancora ci parlano, di Massimo Mori, 2009).

Augurandosi che penne più autorevoli di questa possano dedicare a Riviello studi che merita una figura complessa e per tanti versi unica come la sua (per un breve profilo vedasi nota in calce), si può in questa sede fornire una serie di suggestioni che sono emerse dalla serata di Firenze e che possono costituire altrettanti spunti per approfondimenti di più ampia portata. Oltre ai consueti ed appropriati richiami alla accesissima vena ironica – e spesso dadaista – della poesia di Riviello, si è accennato al meno ricordato aspetto filosofico-riflessivo – una sorta di nichilismo incantato che pervade ogni espressione dell’autore potentino – e a tratti ‘tragico’ della sua produzione (numerosi i testi dedicati alla guerra e alla morte), alla scrittura in prosa, alla prolifica e variegata attività di critica e promozione di giovani artisti. E ancora l’inclinazione alla ‘finzione’ che ha consentito a Riviello di dispiegare la sua verità nei più disparati  accostamenti (dalla fotografia al fumetto, dalla canzone alla favola) e che permette di inquadrare nella sua cornice di riferimenti figure di vicina e lontana provenienza: Flaiano, Campanile, Kafka, Ionesco e ancora i pochi esponenti e capostipiti della poesia umoristica italiana: da Cecco Angiolieri a Burchiello, da  Folengo a Ruzante etc.; arrivando infine a Totò, amatissimo da Riviello, in un anarchico ed egualitario sistema di “fonti” che nulla discrimina per presunte differenze di valore in virtù di una consapevolezza ribadita in ogni occasione, ovvero che è il sorriso su cose e persone a sopravvivere alle stesse. Infine è stata sottolineata l’attualità dell’opera di Riviello, da ricondurre certamente alla capacità di “svestire” l’oggetto spogliandolo di qualsiasi sovra-dimensione, e quindi restituendolo alla sua presenza in un tempo sempre presente, ma anche a due aspetti strettamente “modali” della scrittura: in primo luogo la tendenza all’“accumulo”, non soltanto tramite l’uso dell’allitterazione, ma anche nella serialità e consequenzialità di immagini che producono un corto circuito, una distorsione del senso in tutte le ulteriori sue declinazioni negative: nonsenso, controsenso, dissenso, in cui ricostituire nuovamente il discorso. In secondo luogo la concezione della pagina quale spazio bianco da allestire, che in controluce prevede e vede la scrittura come – anche come – attività installativa. Insomma, due caratteristiche proprie di tanta parte della scrittura c.d. “di ricerca” attuale e che Vito Riviello da Potenza ha proposto in mezzo secolo di inchiostro.

 

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Vito Riviello (Potenza, 1933, Roma, 2009) nel corso degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta è stato nella sua città al centro di un’intensa attività culturale che aveva il suo fulcro nella Libreria Riviello. Tra i suoi interlocutori principali in quegli anni Leonardo Sinisgalli, Carlo Levi, Pietro Valenza. Trasferitosi a Roma è stato permanentemente parte di incontri culturali tra artisti (pittori, poeti, registi, musicisti) nella redazione di via del Babuino di ‘Carte Segrete’. Negli anni Novanta gli è stato riconosciuto il vitalizio previsto dalla legge Bacchelli su proposta dell’allora presidente della Camera e attuale Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E’ presente in numerose antologie e storie della letteratura. Ha inoltre collaborato a riviste e quotidiani e si è interessato di critica letteraria e d’arte fornendo suoi contributi ad una copiosissima varietà di volumi, cataloghi, libri d’artista, plaquettes.

Diverse sue opere sono state tradotte in Islanda, Romania, Cecoslovacchia, Algeria, Francia, Stati Uniti, Libano.

La poetica di Riviello si è sempre contrapposta alla “monumentalità” della cultura ufficiale utilizzando un linguaggio ispirato al surreale, al paradosso, alla comicità, all’ironia, ai motti di spirito e all’improvvisazione. La derisione e il gioco linguistico, con scarti di sorpresa, invenzioni e accostamenti sonori, hanno per certi aspetti avvicinato la sua produzione artistica all’antica tradizione della commedia dell’arte, ma molto più complessa e varia è la produzione di Riviello, tanto da non poter essere facilmente catalogata in categorie pre-definite.

Ricchissima è stata la sua attività autoriale. In poesia ha pubblicato: Città fra paesi, Milano, Schwarz, 1955; L’astuzia della realtà, prefazione di Paolo Volponi, Firenze, Vallecchi, 1975; Dagherrotipo, Milano, Sceiwiller, 1978; Sindrome dei ritratti austeri, Bergamo, il Bagatto, 1980;  Tabarin, Roma, Rossi & Spera, 1985; Assurdo e familiare, prefazione di Giovanni Raboni, Roma, Empiria, 1986; Kukulatrìa, il Bagatto,1991; Monumentanee, 1992; Assurdo e familiare, prefazione di Giulio Ferroni, Lecce, Manni, 1997; E arrivò il giorno della prassi, Roma, Ass. Edizioni, Empiria, 1999; La luna nei portoni, Rionero in Vulture (Potenza), Calice Editori, 1999; Acatì, Onyx, 2003; Scala condominiale, Faloppio (Como), Lietocolle, 2008. In prosa:  Premaman, con un saggio di Gilberto Finzi, Potenza, La Nuova Libreria, 1968; Tre favole potentine, Firenze, L’Upupa, 1980; E arrivò il giorno della prassi, Roma, Empiria, 1987.