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da una mail del 2018, su vocaboli, distribuzione, politica

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di questo sono convinto: molto più dei due terzi della popolazione ha nella testa il virus del fascismo, mes chers. indebellabile in qualche caso, in altri no. certo, interrogarsi su se e quando e quanto e come usare “fascismo” ha senso, anche se lo si fa in mancanza di un’altra parola.

però abolire del tutto il vocabolo ne ha meno.

è altrettanto certo che se tutto il vocabolario (qualsiasi parola e frase si riesca a far entrare nella comunicazione generalista e si rivolga all’interlocutore) deve giocoforza essere inserito nelle regole del gioco recenti, ossia nei tempi di rotazione dello scaffale degli slogan e hashtag e dell’efficacia social, allora è tutto un aprire e chiudere sportellini e caselline che passano di moda in una manciata di settimane, o meno, o poco più.

è come se ci sedessimo tutti in cerchio a giocare a tombola, e dopo l’estrazione di una dozzina di numeri passasse qualcuno a cambiare le cartelle a tutti. e poi daccapo. e continuamente, sempre. tutti infuriati, tutti che si domandano ma come si fa a giocare in questo modo? non si va da nessuna parte! ma è inutile irritarsi: il gioco ricomincia da capo. il distributore ci tiene impegnati, intanto fa i suoi affari.

chi ha un ufficio stampa (e false identità eccetera) che si occupa di gestire il turnover e accelerare i tempi di consunzione e obsolescenza dei materiali verbali, “vince”. ovvero sta sempre in cima all’effervescenza del vocabolario “giusto”. (perché la crea e diffonde lui).

a pensarci bene è un po’ la linea accentratrice delle aziende, anche in letteratura, non da oggi. Mondadori è editore e distributore. Feltrinelli è editore e distributore. voglio dire: in cima alla catena alimentare non sta l’onnivoro, ma il padrone del cibo e dei furgoni che portano il cibo. il produttore=distributore.

oggi non da solo. a pari efficacia e potere (forse con più efficacia, se non con più potere) sta il gestore della percezione del cibo. di cosa va mangiato e cosa no.

la gestione (massiva) della percezione della comunicazione (ossia delle parole) parrebbe in grado di influenzare perfino elezioni presidenziali non propriamente insignificanti

[…]

l’italia sommersa e la francia emersa: tre interrogativi e una constatazione

L’ITALIA SOMMERSA E LA FRANCIA EMERSA: TRE INTERROGATIVI E UNA CONSTATAZIONE
(gli anni Ottanta e Novanta e la spiegazione di una situazione italiana che perdura)

1) Cosa succedeva in Francia tra la metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, ossia quando in Italia scomparivano Italo Calvino (1985), Adriano Spatola (1988), Enrico Filippini (1988), Antonio Porta (1989), Giorgio Manganelli (1990), Carmelo Samonà (1990), Achille Cavellini (1990), Corrado Costa (1991), Patrizia Vicinelli (1991), Luciana Arbizzani (1991), Valerio Miroglio (1991), Pier Vittorio Tondelli (1991), Stefano D’Arrigo (1992), Germano Lombardi (1992), Silvano Martini (1992), Gianni Sassi (1993), Giovanni Testori (1993), Antonio Neiwiller (1993), Luigi Pasotelli (1993), Paolo Volponi (1994), Luciano Anceschi fondatore del «verri» (1995), Giuseppe Guglielmi (1995), Franco Beltrametti (1995), Anna Malfaiera (1996), Edoardo Cacciatore (1996), Amelia Rosselli (1996), Giordano Falzoni (1998), Toti Scialoja (1998), Vincenzo Accame (1999), Renato Pedio (1999), Annalisa Alloatti (2000) ?

[N.b.: nel 1986 Emilio Villa era stato colpito da ictus e conseguente afasia. Poco fuori dal cerchio degli anni Novanta scompaiono Carmelo Bene, Emilio Tadini, Giovanna Sandri e Franco Lucentini, nel 2002; Alice Ceresa nel 2001].

2) Cosa succedeva in Francia quando in Italia si esauriva l’esperienza di «Lotta poetica» (1987), «Alfabeta» (1988), poi quella del «Cavallo di Troia» (1989), quella di «Tam Tam» (1991), quella di «Videor» (1991), quando la storica rivista «Altri Termini» chiudeva definitivamente i battenti (1992), l’impegno di «Abiti lavoro» si interrompeva nel 1993, quello di «Molloy» nello stesso anno, e smetteva di uscire la roversiana «Rendiconti» (fine anni ‘90), nonostante esistessero e resistessero «Baldus» (fino al 1996, dal 1990) e «Campo» (di Francesco Leonetti) ?

3) Chi avviava in Francia nuove ricerche letterarie, nel momento in cui (1988) in Italia nascono due riviste diverse e tuttavia entrambe legate a una (fiducia forte nella) persistenza del genere “poesia”, come «Versodove» (a Bologna) e – nome inequivocabile – «Poesia», di Nicola Crocetti (a Milano); e nel momento in cui il testo di Roberto Roversi più sperimentale e meno lontano dalla neoavanguardia, ossia Le descrizioni in atto (iniziato nel 1963, uscito in ciclostile dal 1969), aveva la sua ultima edizione a stampa nel 1990 (per Coop Modem), prima dell’autoantologia d’autore che Sossella pubblica nel 2008 ?

Questo succedeva in Francia:

>>> tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta [ritroviamo autori come Christophe Hanna, Nathalie Quintane, Charles Pennequin, Christophe Fiat, Olivier Cadiot, Pierre Alferi, Jean-Michel Espitallier, Christophe Tarkos, Vannina Maestri e altri] su un certo numero di riviste, riviste che sono del resto essi stessi a creare, visto che nessuno dei “grandi” periodici allora sul mercato sembra corrispondere a quello che stanno facendo o a quello che sperano di leggere. Vannina Maestri, Jean-Michel Espitallier e Jacques Sivan fondano Java nel 1989; io metto in piedi Nioques nel 1990; Nathalie Quintane, Christophe Tarkos e Stéphane Bérard creano RR nel 1993; Christophe Fiat e Anne-James Chaton fondano TIJA (The Incredible Justine’s Adventures) nel 1997, Olivier Cadiot e Pierre Alferi pubblicano i due numeri della Revue de Littérature Générale tra il 1995 e il 1996, Vincent Tholomé fa uscire nel marzo del 1996 il primo numero di TTC (Tombe tout court), su cui appaiono fin dall’inizio i nomi di Charles Pennequin e di Christophe Tarkos, seguiti ben presto da quelli di Vannina Maestri e di Jacques-Henri Michot; Christophe Tarkos e Katalin Molnar fondano Poézie prolétèr nel 1998… Non si può negare che tutto questo contribuisca a definire uno specifico campo, o, meglio, un territorio preciso all’interno di uno specifico campo. In parte, si tratta di una reazione a quello che, dopo il 1980, si è venuto presentando come un ritorno al “lirismo” e ai fondamenti tematici e formali della poesia poetica (quella che io chiamo “ri-poesia”). In parte, si prendono le distanze dallo “stile” delle ex neoavanguardie, testualiste o formaliste che siano, egemoni nel corso del doppio decennio degli anni Sessanta-Settanta (in sostanza: posa teorica seriosa, atteggiamento profetico-ideologico, rigore dogmatico, struttura gruppuscolare e una certa propensione alle “teorie d’insieme” — il tutto secondo un modello di funzionamento largamente ereditato dalle avanguardie storiche degli anni Venti e Trenta). Contro i primi, ci si rifiuta di credere che la “fine” delle avanguardie possa aprire le porte a una restaurazione pura e semplice della Poesia, intesa sub specie æternitatis. Contro i secondi (o meglio: contro e assieme ai secondi) vengono acquisite tutte quelle interrogazioni e conquiste critiche della modernità poetica in grado di funzionare come punto di partenza e di permettere, poi, con assoluta libertà di movimento (con ironia e umorismo per molti), la creazione di forme e oggetti nuovi, ibridi, post-poetici e trans-generici. Ci troviamo così di fronte a un momento e a uno spazio che si costituiscono ormai privi di un centro o di un polo d’attrazione dominanti. La nozione di rete si fa assai più pertinente rispetto a quella di gruppo, o di movimento. Lo spazio comune di cui sto parlando è composto di micro-spazi (nel mio vocabolario: “capanne”) più o meno effimeri e transitori, dove la circolazione è libera.<<<

(Jean-Marie Gleize, Il senso delle parole)

E qual era la situazione dell’editoria mainstream in Italia tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Novanta? Ecco: https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/.

Una constatazione a chiusura di questa sequenza di dati non può dunque non riguardare la situazione disgraziata, depressa e deprimente dell’Italia rispetto (almeno) alla Francia. Ma altro si potrebbe dire a proposito di quel che è accaduto (esploso, si direbbe, o fiorito – per usare una vecchia metafora) tra anni Ottanta e primi Duemila soprattutto tra Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna.

Restando al nostro Paese, non rimane che tirare così le somme di quanto annotato e (ripetendo quasi alla lettera un tassello di Poesia per il pubblico) sottolineare che i lettori (e poi autori) italiani che hanno vissuto la propria formazione letteraria negli anni Settanta e primi Ottanta hanno potuto incontrare naturalmente, agevolmente, nel contesto attorno e nelle offerte librarie, un’editoria e un quadro di conflitti che alle generazioni successive sono stati letteralmente sottratti. Semplicemente negati. Una cancellazione e negazione che ha avuto – nell’editoria mainstream prima e nelle richieste della distribuzione all’editoria poi – dei soggetti particolarmente solerti, il cui operosissimo e ormai quarantennale lavoro ha portato alla situazione attuale: ha portato cioè direttamente al tipo di poesia o re-poésie / ri-poesia che rappresenta la stragrande maggioranza di quel che purtroppo è dato di leggere in Italia, oggi e ormai da tempo. E non soltanto in pubblicazioni mainstream, né soltanto nelle librerie di catena.

la letteratura italiana: più internazionale? (un dossier a cura di laura pugno)

La letteratura italiana sta diventando più internazionale?

https://italiana.esteri.it/italiana/cultura/la-letteratura-italiana-sta-diventando-piu-internazionale/
Un dossier a cura di Laura Pugno

 

<<La letteratura italiana sta diventando più internazionale? Se sì, in che senso, e con quali conseguenze? Se no, per quali ragioni? Sia che si legga questa domanda nel senso della sempre crescente diffusione del libro italiano all’estero, sia che la si interpreti, con diverso sentire, sul versante dell’identità letteraria, nell’epoca della globalizzazione e della digitalizzazione, e in vista degli appuntamenti internazionali del Salone du Livre di Parigi e della Buchmesse di Francoforte che rispettivamente nel 2023 e nel 2024 attendono la nostra editoria, di certo questo è un quesito da porsi, in modo neutro e oggettivo, rispettando tutti i punti di vista. E da porre a chi lavora quotidianamente con il libro italiano: libraie e librai italiani, qui in Germania, Francia e Italia, ma anche scrittori e storici della lingua>>

continua qui

marco revelli: a che punto siamo

facebook.com/story.php?story_fbid=10157905648827212&id=644982211

emilio villa e l’ytalya. intorno alle origini di una canonizzazione problematica / aldo tagliaferri. 2019

un ringraziamento particolare ad Aldo Tagliaferri per aver concesso la ripubblicazione di questo testo (già comparso nel n. 22 della rivista online “L’Ulisse”, ottobre 2019). qui di séguito il pdf:

Fai clic per accedere a aldo-tagliaferri_-ytalya.pdf

ma chi avrà spostato il formaggio? e ora i topi come fanno? / differx. 2020

kitsch e flarf irriflesso

Anni fa mi ero inventato il blog flarf.it per scrivere manipolare escogitare o semplicemente riportare (come oggetti trovati) materiali flarf, kitsch, pacchiani traslabili dalla / reperibili nella realtà dei quotidiani di carta e nelle conversazioni.

Poi con il tempo e col crescere delle sidebar di repubblica.it ho dovuto osservare che la realtà della comunicazione generalista era già di per sé interamente flarf, oltre l’immaginabile, overwhelmingly.

Produceva di suo. Macinava spazzature in quantità irrappresentabili, e in crescita esponenziale. E, inversamente proporzionale (rima inclusa), decresceva nei lettori la più semplice, immediata, tattile, capacità di vederlo, il kitsch.

[Di qui il ritorno del tragico, del sublime, del lacrimante, dall’iperbole all’iperbato, da Heine a Merini, a saggisti e traduttor de’ traduttor balenghi, sui cavallucci, tra le frasche, all’ombra dei cipressi e dentro l’urbe, con e senza grazie, new and old age, tutti scardanelli, il paese de(gl)i scardanelli, però come burle, però non avvertite come tali, però fitte di like, una diarea likea].

Così, pure in versi & scritture, facebook stava dando visibilità a slavine di flarf irriflesso, incosciente, busti di similgesso pitturato con l’evidenziatore, cartelli e frecce alti levàti, colla scritta “qui poesia”, kitsch involontario quanto divertente, a volte addirittura inconsapevolmente funzionante come vettore di (sorridevole) senso.

Ho chiuso il blog, amen, e vari anni dopo ho poi svogliatamente ma fiduciosamente aperto una pagina flarf.it qui su facebook: https://www.facebook.com/flarfitalia/

Leggermente più memoriale, più ‘archivistica’ che militante. (Ormai non la battaglia ma la guerra è persa).

Bon.
Nel frattempo l’esplodere del meme come mattoncino di flarf isolato, oppure esperimenti come quelli di Luca Rizzatello con falsi autori e false copertine di libri iperlirici o comunque iperconnotati, ri-viralizzavano (meglio che rivitalizzare) tutta la faccenda, assai felicemente credo.

Vero è però che oggidì tutto, editoria, rete, clip di pop, plop di chip, pischiatrie, lotterie, toletterie per cani, pubblicità partitiche o meno, ministri e ministeri, cinesi e romanacci inversaciti, madonnari, nonsolopizza, cartoni, videogiochi e film, cantautori e grigliate condivise nel passato o nel futuro, erano sono saranno una festa del cattivo gusto. Pesanti o lievissimi.

E…

(Continua).

Fine.

convegno alla fondazione primoli (roma): il 1968 in italia e in francia

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11 novembre, teatro di documenti: “spesso sono arrivata seconda”, di m. evelina buffa nazzari

Domenica 11 novembre, alle ore 19:30

Teatro di Documenti
via N. Zabaglia, 42 – Roma

presentazione del libro novità
Spesso sono arrivata seconda
di M. Evelina Buffa Nazzari

edizioni ikonaLíber

Con
l’Autrice
e
Francesco Crisafulli
magistrato e musicista.

Conduce
Rosario Tronnolone
redattore della Radio Vaticana, regista.

Seguirà firmacopie.
Ingresso libero. Continua a leggere

sebastiano triulzi sulla mostra di joseph beuys presso la casa di goethe

dal Venerdì di “Repubblica” (2 nov. 2018):

qui il pdf dell’articolo:
https://slowforward.files.wordpress.com/2018/11/beuys_rectriulzi_venerdc3acrepubblica_2nov2018.pdf

la mostra:
https://slowforward.net/2018/11/01/roma-9-novembre-costellazione-2-beuys-viaggi-in-italia-a-cura-di-giuseppe-garrera-e-maria-gazzetti-dal-10-novembre-alla-casa-di-goethe/

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edenkoben (di ritorno da)

POESIA / LYRIK : >> Poesia dei vicini – Poesie der Nachbarn << _ Poeti traducono poeti: Italien-Italia

Edenkoben und Germersheim: 01.07.2018, 11:00 h – Künstlerhaus Edenkoben (Klosterstr.181, Edenkoben) + 2.07.2018, 19:00 h, Theaterkeller des FTSK Germersheim (FB 06 der J. Gutenberg Universität Mainz- An der Hochschule 2 Germersheim) – Con/Mit: Künstlerhaus Edenkoben und StiftungRheinland-Pfalz für Kultur – Con il Patrocinio del Consolato Generale d’Italia in Francoforte

Locandina ” Poesia dei vicini” Italien-Italia (2018)

autori:
Elisa Biagini, Carmen Gallo, Marco Giovenale, Domenico Arturo Ingenito, Federico Italiano, Francesco Maria Tipaldi

poeti traduttori:
Zsuzsanna Gahse, Nancy Hünger, Jan Koneffke, Katharina Schultens, Ulf Stolterfoht, Ernest Wichner

cura e coordinamento delle traduzioni a cura di:
Chiara Caradonna

direzione del progetto:
Hans Thill

 

collaborazione alle traduzioni:
Francesca Frittella, Piero Andreas Houtermans

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Precedenti ospiti di Poesie der Nachbarn:
https://www.kuenstlerhaus-edenkoben.de/index.php?id=204

pdf 2018:
https://consfrancoforte.esteri.it/consolato_francoforte/resource/doc/2018/06/poesiadeivicini.pdf

cfr. anche
https://consfrancoforte.esteri.it/consolato_francoforte/it/il_consolato/gli_uffici/eventi-del-consolato-generale-d.html

25 gennaio, roma: inaugurazione di “magma. il corpo e la parola nell’arte delle donne tra italia e lituania dal 1965 a oggi”

L’inaugurazione della mostra MAGMA. Il corpo e la parola nell’arte delle donne tra Italia e Lituania dal 1965 ad oggi si terrà il 25 gennaio 2018 presso l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma (via Poli 54).

Il progetto MAGMA, il cui titolo riprende quello di una delle prime rassegne al femminile  curata da Romana Loda nel 1977, intende approfondire la nascita e l’origine dell’arte femminista e del femminismo in Italia, mettendole a confronto con le origini e le diverse condizioni del femminismo Lituano, nato in anni molto più recenti, così da aprire nuove e più documentate prospettive di studio che approfondiscano una delle pagine più originali e controverse della nostra storia recente.  Il titolo si rifà anche alla materia viva che brucia sotto la terra come il messaggio che si evince dalle opere delle più di quaranta artiste in mostra, ma può essere letto e scomposto in sillabe differenti: MA – MA che si riferiscono alla donna come mamma e la G nel mezzo che rimanda al corpo di una donna.

MAGMA è la seconda parte, ampliata con una selezione di più di 60 opere, del progetto già iniziato nell’aprile del 2017 presso la National Gallery of Art di Vilnius.

Comunicato stampa 
INVITO

equivoco sulla scrittura asemantica

in sostanza la scrittura asemantica, o asemica, non è una scrittura alfabetica leggibile, solo con parole strane, o sintatticamente complessa ecc.

è semmai un fatto grafico. si tratta di glifi, grafie, elementi lineari di disegno che sembrano scrittura ma non lo sono.

per esempio:

0044

compris?

il fatto che in Italia continui l’equivoco “scrittura asemantica” = “letteratura illeggibile”, “poesia incomprensibile”, è soltanto la prova provata (ennesima) che ogni entità, alfabetica o meno, risulta incomprensibile a chi è energicamente attivamente intenzionato a non intendere.

“nioques” au marché de la poésie (paris, 10-14 juin)

nioques14

NIOQUES est au marché de la poésie sur le stand des Editions Al Dante (stand 506)

du mercredi 10 juin au dimanche 14 juin.

L’occasion de découvrir le numéro 14 : ITALIE / ITALIA.

https://slowforward.wordpress.com/2015/04/25/numero-14-de-nioques-italieitalia-a-paraitre-au-printemps-2015/

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per dire [poetics list 1993-2014]

Qualcosa sugli anni Novanta negli Stati Uniti:
https://jacket2.org/commentary/poetics-list-1993-2014

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cultura e istruzione in italia

da un post su facebook:

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