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il ritorno all’ordine editoriale (distributivo) / differx. 2023

vedo, leggo testi non solo riterritorializzati, ma che addirittura assumono come territorio nient’altro che l’editoria. sicuramente non la “letteratura”. (ma forse nemmeno l’editoria, piuttosto la distribuzione. quella che movimenta merci in generale, piuttosto che oggetti di una qualche percezione del letterario).


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in parole povere, si tratta di libri che operano sì un ritorno all’ordine, dove però l’ordine non è testuale bensì editoriale, e meglio ancora distributivo.


da una mail del 2018, su vocaboli, distribuzione, politica

[…]

di questo sono convinto: molto più dei due terzi della popolazione ha nella testa il virus del fascismo, mes chers. indebellabile in qualche caso, in altri no. certo, interrogarsi su se e quando e quanto e come usare “fascismo” ha senso, anche se lo si fa in mancanza di un’altra parola.

però abolire del tutto il vocabolo ne ha meno.

è altrettanto certo che se tutto il vocabolario (qualsiasi parola e frase si riesca a far entrare nella comunicazione generalista e si rivolga all’interlocutore) deve giocoforza essere inserito nelle regole del gioco recenti, ossia nei tempi di rotazione dello scaffale degli slogan e hashtag e dell’efficacia social, allora è tutto un aprire e chiudere sportellini e caselline che passano di moda in una manciata di settimane, o meno, o poco più.

è come se ci sedessimo tutti in cerchio a giocare a tombola, e dopo l’estrazione di una dozzina di numeri passasse qualcuno a cambiare le cartelle a tutti. e poi daccapo. e continuamente, sempre. tutti infuriati, tutti che si domandano ma come si fa a giocare in questo modo? non si va da nessuna parte! ma è inutile irritarsi: il gioco ricomincia da capo. il distributore ci tiene impegnati, intanto fa i suoi affari.

chi ha un ufficio stampa (e false identità eccetera) che si occupa di gestire il turnover e accelerare i tempi di consunzione e obsolescenza dei materiali verbali, “vince”. ovvero sta sempre in cima all’effervescenza del vocabolario “giusto”. (perché la crea e diffonde lui).

a pensarci bene è un po’ la linea accentratrice delle aziende, anche in letteratura, non da oggi. Mondadori è editore e distributore. Feltrinelli è editore e distributore. voglio dire: in cima alla catena alimentare non sta l’onnivoro, ma il padrone del cibo e dei furgoni che portano il cibo. il produttore=distributore.

oggi non da solo. a pari efficacia e potere (forse con più efficacia, se non con più potere) sta il gestore della percezione del cibo. di cosa va mangiato e cosa no.

la gestione (massiva) della percezione della comunicazione (ossia delle parole) parrebbe in grado di influenzare perfino elezioni presidenziali non propriamente insignificanti

[…]

“come far fallire una casa editrice”: un talk di valentina presti danisi, il 3 ottobre alle 19 su meet

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nuovo numero di “rossocorpolingua”, anno v, numero 1, marzo 2022

http://www.rossocorpolingua.it/index.php?it/362/anno-v

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ubi maior…

quando dico che la distribuzione ha sostituito l’editoria (che a sua volta nel corso degli ultimi trent’anni aveva sostituito la letteratura) non parlo a vanvera, mi sembra:

https://facebook.com/story.php?story_fbid=5432888450077155&id=197958616903524

n.b.: la notizia è lanciata da Crocetti

lo sciopero di stradella / gabriele dadati

Articolo di Gabriele Dadati apparso oggi nel quotidiano “Libertà” di Piacenza: https://www.facebook.com/gabriele.dadati/posts/10159379411937320.

Giovedì, verso l’ora di pranzo, mi ha chiamato Luca Ussia, direttore editoriale di Baldini+Castoldi, la casa editrice che pubblica i miei libri. Voleva dirmi che il prossimo, previsto in uscita il 17 giugno, sarebbe slittato almeno a inizio luglio.

“A Stradella è in corso uno sciopero senza precedenti dei lavoratori della logistica”, ha spiegato. “I libri partono da lì al momento del lancio, ma sono a magazzino, prigionieri. Stanno saltando le uscite di tutti gli editori. Finché non si sblocca la situazione la vedo male”. Era dispiaciuto: sapeva le corse fatte per consegnare in tempo.
Ho sdrammatizzato: “Abbiamo pubblicato un libro tre settimane prima di una pandemia e un altro in piena seconda ondata. Un po’ di ritardo per uno sciopero mi sembra il meno”.

Poi, fatte due chiacchiere, ci siamo salutati.

Venerdì mattina, dopo aver letto gli articoli dedicati alla vicenda da “Il Post” e da qualche altro sito, ho scritto su Facebook del rinvio. Concludendo il mio status così: «A me, francamente, sembra che gli scioperanti abbiano ragione su tutta la linea. Ritardino pure i libri. Leggerli serve tra le altre cose a capire che prima di tutto vengono le persone». Ho cliccato. Hanno cominciato ad arrivare i mi piace e i commenti positivi alla mia presa di posizione. È stato in quel momento che mi sono sentito male.

Detesto le prese di posizione fasulle in pubblico. Intendo quelle dei leader di partito o di vip che scrivono sui social “Una preghiera per” più il nome della vittima del giorno. O “Giustizia per” o “La mia solidarietà va a”. Perché le cose sono due, nella vita: o si rivolge un pensiero, e lo si fa nel chiuso delle proprie stanze, o ci si attiva per dare una mano, e lo si fa andando sul posto, non scrivendo in rete.
Così, irritato da me stesso, dopo pranzo ho guidato fino a Stradella, dove sorge “La città dei libri”. Si vede la scritta dall’A21, subito dopo averne vista un’altra, all’altezza di Castel San Giovanni: “Amazon”. Perché logistica piacentina e pavese, in quella zona, si toccano. I capannoni sono gli stessi, le logiche anche. Continua a leggere

gli editori generalisti (di poesia)

Gli editori generalisti sono dei distributori. Sulla poesia, prodotto a vendite bassissime, da anni ormai i costi di stampa e trasporto hanno superato i ricavi.
Le collane di poesia dunque sono giocattoli, e ogni editore ha i suoi bambini da divertire, e un animatore, sovrintendente.

al moderna museet di stoccolma, il 16 febbraio: presentazione del nuovo numero di oei (#79]

OEI #79: edit/publish/distribute!

https://www.modernamuseet.se/stockholm/en/exhibitions/oei-79/

The 79th issue of the magazine OEI is a special issue published in the form of a spatial presentation at Moderna Museet during the period 17/2–1/4. It deals with editing/publishing/distributing – in an experimental montage of different editorial practices in an expanded field between art, poetry, film, documents, theory and historiography.
 
To publish a magazine is not only a matter of producing a physical artifact, but also, and to an ever increasing extent, a matter of intervening in and acting for an entire ecology of publishing, where the possibilities of new and unprejudiced readings incessantly have to be created in new constellations and contexts. OEI #79 emphasizes the material and technical production of a magazine, scanning and printing, editing processes and forms of distribution, but also the magazine as an aesthetic and playful investigative practice, and the forms of social life made possible by editorial assemblages and encounters between people and groups from various fields and disciplines.
 
OEI #79 includes some hundred participants from different generations and geographical horizons in a multi-medial and multi-temporal montage distributed in clusters and sequences over walls, tables, shelves and floor. The challenge is to edit in three and – sometimes – four dimensions. The editorial enunciation circulates between magazines and books, sound-pieces and video-works, projections and displays in exhibition-cases, and aims to raise questions about visualization, reading, attention and criticality, distribution and the infrastructure of publishing. This is realized by means of a thematization of shifting speeds of reading and viewing, a montage between the readable and the visible, between text and image.
 
A number of important points of gravity in OEI #79 are constituted by inventive and continuously generative, but far too unheeded publishing projects such as Art Distribution, Wedgepress & Cheese, After Hand and Kulturmagasinet Vargen. The artist Lars Fredrikson’s works on books by the poet Claude Royet-Journoud accentuate the violent and yet fragile character of reading, whereas the typographer Gerold Propper, on the contrary, seeks a utopian readability by means of experiments with ”typograms” and book design. A publication that in an exemplary way carries several forms of display is Berndt Petterson’s I Påsen(Cavefors 1965). It is simultaneously an artist’s book, a booklet of visual poetry, an exhibition and a concrete form of distribution: the bag!
 
In parallel to such ’historical’ examples, OEI #79 also encompasses a long series of contemporary artistic and poetic practices of editing and publishing, ranging from the works by Åse Eg Jørgensen on paper and format to Tan Lin’s ambient investigations of the negotiations of the book and the act of publishing in digital environments and systems; from Stina Persson’s photocopied night sky and Marco Giovenale’s ”asemic writing” (a writing where the semantic meaning is receding behind the visual dimension) to Ana Luiza Dias Batista’s digital paper and franck leibovici’s mapping of the magazines by Claude Royet-Journoud.
 
Editorial practice, Nils Olsson writes in an essay in OEI #79, is the name of proceedings that today intervene in and traverse all fields of culture, all situations and functions. The promise of the editorial practice consists in its ”productive reluctance to take the prevailing differentiations between competences and media for granted”. Editorial practice operates ”on the very spot where general, specific, technical, ideological, historical and aesthetical conditions of articulation converge – which is also the only point from where it is practically possible to transform these conditions”. To edit is to work with what exists, but at the same time to make this into something more. Edit/publish/distribute!
 
As a part of OEI #79, we are organizing a series of conversations, presentations and lectures related to editing and publishing during five Friday evenings between February 23 and March 23. Communities of publishers, artists, poets and philosophers from Denmark, France, Portugal and Sweden will then join us at Moderna Museet.

§

http://oei.nu/w/1.html
Friday 16 Feb. at 18–23
Moderna Museet Stockholm 17/2 – 1/4

PROGRAM: Continua a leggere

su alfabeta2: “altre piattaforme”, bagnoli e rizzatello in dialogo su editoria, libri, distribuzione

https://www.alfabeta2.it/2017/06/03/piattaforme-dialogo-editoria-distribuzione-librerie/

[r] _ “quello che ai lettori non dicono”, di silvia tessitore

ql

Silvia Tessitore, QUELLO CHE AI LETTORI NON DICONO
Come funziona (malissimo) il mondo del libro di carta in Italia

free pdf:
http://www.editricezona.it/pdf%20per%20la%20rete/Quellocheailettori.pdf

aggiornamenti costanti qui:
https://www.facebook.com/pages/Quello-che-ai-lettori-non-dicono/1603534809870695

 

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[r] _ is life on the outside possible?

… working in relative isolation from the market

outside

 

the whole text here:
http://jackiswright.wordpress.com/2014/07/12/is-life-on-the-outside-possible/

(thanks to Jim Leftwich for having quoted this passage here)

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is life on the outside possible?

… working in relative isolation from the market

outside

 

the whole text here:
http://jackiswright.wordpress.com/2014/07/12/is-life-on-the-outside-possible/

(thanks to Jim Leftwich for having quoted this passage here)

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pagine estive (o quasi) che vanno bene anche per l’autunno _ (8) due post su punto critico

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mercato, distribuzione

Da poco è uscito il fascicolo 261 de «l’immaginazione» (Manni). Come sempre, consiglio la lettura. In particolare, noto che tanto A. Prete quanto L. Canali si interrogano, in due diversi interventi, sullo stato del mercato, sulla situazione intollerabile dell’editoria (e degli editor) e della distribuzione nel nostro paese.

Rimando sinteticamente a questo articolo, a cui (neanche sto ad aggiungere avverbio) non c’è (stata) risposta.

Dedalus/Pordenonelegge + Internet Slow Book Farm + …

La collaborazione tra Dedalus/Pordenonelegge e Internet Slow Book Farm è operativa, ed è già possibile per tutti acquistare on-line, oltretutto scontati, tutti i libri piazzatisi in classifica .

Il marchio digitale gestito da Transeuropa ha anche aggiunto una “vetrina”/blog, con i libri proposti da un certo numero di editori “di qualità” che in questo modo possono più facilmente raggiungere i lettori.

In numerose librerie ci si prepara a rendere possibile la stessa cosa in forma “fisica”.

Gli organi di informazione nazionali prestano sempre più attenzione a questa idea.