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altri link per “poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

https://puntocritico2.wordpress.com/2022/02/23/poesia-per-il-pubblico-generazioni-e-differenze-in-poesia-scrittura-politica-a-k/

https://archive.org/details/marco-giovenale-poesia-per-il-pubblico-feb-2022/mode/2up

https://www.academia.edu/72307114/_Poesia_per_il_pubblico_generazioni_e_differenze_in_poesia_scrittura_politica_a_k

PDF:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/02/marco-giovenale_-poesia-per-il-pubblico_-feb-2022.pdf

“poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

Sulla scorta degli interventi di Elisa Donzelli (LPLC, 23 gen. 2022) e di Lorenzo Mari (Argo, 17 feb. 2022) a proposito della generazione dei nati nell’arco di tempo 1968-1980, interventi che considero qui letti e meditati, aggiungo poche brevi riflessioni.

Si tratta di appunti verso un possibile saggio, non di osservazioni strutturate:

A_
Un numero consistente di autori nati dopo il 1968 non si è trovato affatto al di fuori di una ipotesi (verificabile, a volte contraddittoria, ma pure reale) di comunità, talvolta non solo letteraria ma anche politica. Penso ai genovesi del gruppo Bibhicante (Fabrizio Venerandi, Donald Datti, Paola Malaspina e Gianluca Seimandi), agli autori che si riunivano nei primissimi anni Novanta sotto la sigla LARP (Laboratorio Aperto di Ricerca Poetica, a cui partecipavano, tra gli altri, Vincenzo Ostuni, Laura Pugno, Lidia Riviello, Simone Caltabellota, Marco Cassini, Michele Fianco), al collettivo Sparajurij (cfr. qui), alla redazione della rivista bolognese “Versodove”, all’esperimento àkusma (1999-2003, fondato da Giuliano Mesa), alla redazione di gammm, al gruppo raccolto intorno a siti come Nazione indiana o Absolute poetry, all’ensemble EscArgot (che intorno al 2009 prendeva appunto nome dal centro sociale ESC nel quartiere San Lorenzo, a Roma, ed era composto originariamente da Maria Grazia Calandrone, Maria Teresa Carbone, Andrea Cortellessa, Elisa Davoglio, Michele Fianco, Francesca Fiorletta, Marco Giovenale, Massimiliano Manganelli, Giulio Marzaioli, Tommaso Ottonieri, Cetta Petrollo, Vincenzo Ostuni, Gilda Policastro, Lidia Riviello, Sara Ventroni).

Emilio Villa e Corrado Costa, dall’archivio di Pari & Dispari, di Rosanna Chiessi _ https://www.pariedispari.org/

Nel testo 6070 (uscito nel 2020 su OperaViva ma scritto parecchi anni prima), ho fatto per me, inoltre, l’esempio congiunto della rivista “Babele” e del movimento della Pantera, a cui dovrei accorpare una collaborazione e dialogo di non breve durata con le riviste “Private” e “Il Segnale”. (P. es.: nel 1997 ho curato, sulle migrazioni e sul passaggio come identità, e in modo tentativamente non ‘neorealista’, un numero di “Private” intitolato Identità di transito, di cui si può avere un succinto saggio qui: https://www.privatephotoreview.com/1997/09/11-identita-di-transito/).

B_
Mi domando – tornando al documento su LPLC di Elisa Donzelli – se il forte legame con la scrittura poetica dei “nonni” Sereni e Fortini piuttosto che con padri assenti (o non visibili) si debba principalmente a una unicità indubitabile / totalmente inaggirabile dei due poeti, e non anche o soprattutto all’unione di tre fattori:

(1) la scelta, da parte dell’editoria di grande distribuzione, di privilegiare unicamente la lirica, o meglio le scritture assertive; (2) la scomparsa tra fine anni Settanta e metà Novanta di un numero impressionante di persone cruciali e autori definibili sperimentali: Vittorio Reta, morto nel 1977; Italo Calvino, 1985; Adriano Spatola, 1988; Enrico Filippini, 1988; [Antonio Porta, 1989]; Giorgio Manganelli, 1990; Carmelo Samonà, 1990; Achille Cavellini, 1990; Corrado Costa, 1991; Patrizia Vicinelli, 1991; Luciana Arbizzani, 1991; Valerio Miroglio, (1991); [Pier Vittorio Tondelli, 1991]; Stefano D’Arrigo, 1992; Germano Lombardi, 1992; Silvano Martini, 1992; Gianni Sassi, 1993; Giovanni Testori, 1993; Antonio Neiwiller, 1993; Luigi Pasotelli, 1993; Paolo Volponi, 1994; Luciano Anceschi, 1995; Franco Beltrametti, 1995; Giuseppe Guglielmi, 1995; Anna Malfaiera, 1996; Edoardo Cacciatore, 1996; [Amelia Rosselli, 1996]; Giordano Falzoni, 1998; Toti Scialoja, 1998; Vincenzo Accame, 1999; Renato Pedio, 1999, Annalisa Alloatti, 2000; nel 1986 Emilio Villa era stato colpito da ictus e conseguente afasia; mentre poco fuori dal cerchio degli anni Novanta muoiono Carmelo Bene, Emilio Tadini, Giovanna Sandri e Franco Lucentini, nel 2002, Alice Ceresa nel 2001; (3) l’uscita di un numero ragguardevole di volumi sereniani, presso Mondadori, a partire da Tutte le poesie, nello Specchio, nel 1986, a tre anni dalla scomparsa dell’autore. (Una seconda edizione è già del 1987). Siamo al centro degli anni Ottanta.

C_
La conclusione del decennio 1971-80 registra ben evidenti segni premonitori di ciò che anche in poesia sarebbe stato il periodo degli Ottanta: anche solo le due edizioni della Parola innamorata, 1979 e 1980, sarebbero sufficienti. Per cosa? Per parlare di ritorno all’ordine (editoriale), come minimo. A cos’altro avrebbe reagito, infatti, il gruppo ’93, se non ad una situazione di sostanziale restaurazione? (Ossia ad un tentativo di fare come se tutte le avanguardie e le sperimentazioni novecentesche, semplicemente, non fossero mai esistite).

D_
Sembra assai difficile, per esempio, soprassedere sulle scelte formali/stilistiche di Mondadori a partire dal decennio seguente la scomparsa di Montale (1981) e Sereni (1983). Tolti i cinque nomi di Zanzotto, Neri, Gramigna, Ballerini e Majorino, ai quali aggiungerei quelli dei ‘fuorilegge’ Zeichen e Bordini, e sicuramente l’hapax Balestrini (Caosmogonia, 2010), credo che un sommario elenco di autori pubblicati nello Specchio in questo trentennio parli da solo, in termini di inclinazione di scrittura (non parlo di qualità ma di modus scribendi): Valduga, Frabotta, Spaziani, Bellezza, Riccardi, Lamarque, Giudici, Conte, Mussapi, Vitale, Raboni, De Angelis, Anedda, Dal Bianco, Bacchini, Cucchi, Risi, Erba, Orelli, Buffoni, Bevilacqua, Zavoli, Benedetti, Pecora, Rondoni, Copioli, Calabrò, Fiori, Villalta, Cerami, Ramat, Deidier, Bona, Theóphilo, Ruffilli. Nulla che anche solo lontanamente accenni a una sintonia con quel formidabile cambio di paradigma che – iniziato tra fine anni Cinquanta e primissimi Sessanta – dopo il ’68 e dopo la selva di sperimentazioni e laboratori anche verbovisivi degli anni Settanta avrebbe continuato a lavorare (esistere!) pur venendo recisamente radicalmente aggredito e negato (per non dire asfaltato) dall’editoria di grande distribuzione e dalla pubblicistica già definibile “generalista”.

E_
Per la “bianca” di poesia Einaudi il 1980 è uno degli anni della ristampa de Gli strumenti umani, di Sereni, e di Foglio di via e altri versi, di Fortini. Tra gli anni Ottanta e la metà dei Novanta escono nella collana libri di Cavalli, Luzi, De Angelis, Orengo, Naldini, Ortesta, Ottieri, Bufalino, Erba, Valduga, Bona, D’Elia, Raboni, Merini, Romano, Piersanti, per arrivare al 1994 di Composita solvantur, testamento di Franco Fortini. Se osserviamo invece la vicenda dei Novissimi, notiamo che il libro nato nel 1961 era stato accolto in Einaudi nel 1965, per arrivare a un'”ultima” edizione (guarda caso) nell’anno-soglia 1979. Si entra poi in un ventennio ben abbondante di assenza dalle librerie italiane. La ristampa successiva porta la data del 2003. (Ed è tutt’ora l’ultima, in senso assoluto – parrebbe).

F_
Ma in casa Garzanti? Dal 1980 al 1995: Penna, Bemporad, Parronchi, Romagnoli, Cerami, Sereni (Stella variabile, opera accresciuta rispetto alla prima edizione comparsa in tiratura limitata), Caproni, Bertolucci, Cima, Canali, Fiore, Mussapi, Ramat, Ruffilli, Levi, Morante, Sanesi, Luzi, Guidacci, Pozzi, Lamarque, Bellezza, Spagnoletti, Turoldo, Giudici, Ottieri, Pasolini, Bacchini, Rebora, Erba, per citare solo alcuni.

G_
Quali autori non allineati trovava in scaffale il lettore ventenne nel 1989-90? Ipocalisse, di Balestrini, era uscita nel 1986 da Scheiwiller (due anni dopo il ‘forzato’ periodo francese dell’autore, 1979-1984). Sempre da Scheiwiller, le Osservazioni sul volo degli uccelli (1988) e nell’87 per Becco giallo Il ritorno della signorina Richmond. La prima edizione dell’Orda d’oro, di Balestrini e Moroni, esce nel 1988. Nel 1989 nasceva a Milano il Gruppo ’93; e, a cura di Mario Lunetta e Franco Cavallo, usciva Poesia italiana della contraddizione, 350 pagine pubblicate non certo da Einaudi, Garzanti o Mondadori, ma da Newton Compton. Ed era in attività un gruppo agguerrito di critici e autori, capaci di tentare di contrastare il kitsch di un orfismo montante, e tuttavia non in grado di stabilire un legame solido con la Francia di Anne-Marie Albiach (classe 1937), Denis Roche (nato anche lui nel ’37), Dominique Fourcade (1938), Emmanuel Hocquard (1940), Danielle Collobert (1940), Claude Royet-Journoud (1941), Christian Prigent (1945), Liliane Giraudon (1946), Jean-Marie Gleize (1946), Anne Portugal (1949), Vannina Maestri (1954), Jacques Sivan (1955), Olivier Cadiot (1956), Éric Houser (1956), Jean-Michel Espitallier (1957), Christophe Tarkos (1963), Nathalie Quintane (1964), Christophe Marchand-Kiss (1964), Charles Pennequin (1965), Jérôme Mauche (1965), e di riviste come “Nioques”, “TXT” , “Java” e molte altre. Quasi tre generazioni di autori passati sotto silenzio. Un legame o scambio avrebbe invece permesso la formulazione di percorsi sperimentali non necessariamente centrati sulla lingua come fucina primaria.
Un geniale Giuliano Mesa pubblicava uno dei suoi libri migliori, I loro scritti, nel 1992 per Quasar.

H_
Cosa trovava in scaffale un lettore ventenne nel 1999-2000? Poco, se non nulla, di quanto appena elencato, in termini di sperimentazione. Molto, invece, da Einaudi e Mondadori (i nomi fatti). Era pressoché trascorsa l’avventura del Gruppo ’93, chiusa la rivista “Baldus” (1990-1996). A dare altri parametri (tuttavia non “d’avanguardia”) rispetto al mainstream poteva pensare nel 1995 la raccolta delle Opere di Carmelo Bene, uscita per Bompiani. Dieci anni prima, nel 1985, era comparsa la seconda edizione del Waste Land di Eliot nella traduzione di Alessandro Serpieri (risalente all’82). L’opera di Umberto Eco proseguiva, sul versante critico-filosofico, in direzioni proficue con tre opere fondamentali come Sugli specchi (1985), I limiti dell’interpretazione (1990) e Kant e l’ornitorinco (1997). In poesia il 1995 era l’anno del meridiano di Vittorio Sereni.
Mancano moltissimi tasselli al quadro, ma i pochi raccolti fin qui immagino diano un quadro limpido della situazione.
Sia chiaro che in questa sede non si oppongono autori di ricerca ad autori assertivi (o non solamente). Si vuole semmai suggerire una banalità di base: i lettori e poi autori che avevano vissuto la propria formazione negli anni Settanta-Ottanta avevano potuto incontrare un’editoria e un quadro di conflitti che i nati successivamente purtroppo non avrebbero avuto a disposizione. (In 6070 faccio l’esempio, credo significativo, degli sceneggiati televisivi fruibili negli anni Settanta, radicalmente diversi rispetto a ciò che avrebbe elargito la tv commerciale nel decennio successivo).

I_
Ci interrogheremo sul ruolo della grande distribuzione libraria per come poi si è configurato tra anni Novanta e anni Zero? Vale la pena ricordare la chiusura delle decine e decine di librerie indipendenti o di catena (Rinascita, per nominarne solo una) negli anni Zero? Quel che è successo dal 1994 a oggi nella politica e nell’economia italiane è del tutto ininfluente sull’asse Mondadori-Einaudi-Rizzoli-Bompiani?

J_
La (mondadoriana) fortunata e meritoriamente ristampatissima antologia di poesia curata da Pier Vincenzo Mengaldo, del 1978 (daccapo: sulla soglia degli anni Ottanta), è stata nei decenni ed è tutt’ora in prima linea nella determinazione di un canone assertivo nelle scritture in versi di secondo Novecento, insieme alle periodiche uscite dell’Almanacco dello Specchio, e all’antologia Cucchi-Giovanardi Poeti italiani del secondo Novecento (Meridiani Mondadori, 1996, alla quarta edizione già nel 2001, sesta nel 2011; e Oscar Mondadori, edizione aumentata, 2004, seconda ristampa 2010).

K_
Un posto particolarmente rilevato dovrebbero occupare, in un resoconto meno lacunoso e sfilacciato di questo, non solo le antologie ‘serie’ (massime le due del 2005, Parola pluraleDopo la lirica) e i tristi tentativi antologici del sottobosco, ma pure i resoconti dei critici che (particolarmente presso Carocci) negli ultimi anni si sono spesi sul campo – appunto – del canone. (Canonizzando quasi sempre il già canonizzato dall’editoria). Ma qui lo spaziotempo e l’energia disponibile si oppongono, e rinvio.

Se nel 1979 crolla il palco dei poeti di Castel Porziano, per eccesso di “pubblico della poesia”, poco dopo entra in scena la “poesia per il pubblico”: la re-poésie, come direbbe Gleize. Le movenze e retoriche dell’assertività.

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exposition | anne-marie albiach, vers ce cercle, textes et éditions

EXPOSITION | ANNE-MARIE ALBIACH, VERS CE CERCLE, TEXTES ET ÉDITIONS
Du samedi 20 novembre 2021 au samedi 5 février 2022

Cette exposition, qui s’inscrit dans la série des Diagonale de la bibliothèque initiée par le Cipm il y a trois ans, est en très grande partie élaborée à partir des collections du Cipm, et ici particulièrement de la donation de l’intégralité de la bibliothèque d’Anne-Marie Albiach, effectuée par Claude Royet-Journoud.
Vers ce cercle donne à voir et à lire un ensemble vaste d’écrits d’Anne-Marie Albiach, dans la diversité des moments et des formes de leurs éditions. Sont ainsi présentés : les livres d’Anne-Marie Albiach dans leurs premières éditions et reprises depuis 1967 (Siècle à mains, Mercure de France, Le Collet de Buffle, Orange Export Ltd, Flammarion, Spectres Familiers, Lettres de Casse, Première Saline, Fourbis…), les premiers textes parus en revues et ouvrages collectifs depuis 1966 ; les textes d’Anne-Marie Albiach traduits et publiés dans différentes langues (livres et revues). Une place particulière est par ailleurs donnée aux poètes qu’Anne-Marie Albiach a traduits (particulièrement Louis Zukofsky et Keith Waldrop), aux textes critiques qu’elle a écrits (sur Edmond Jabès, Danielle Collobert, Roger Giroux…), et enfin à une sélection d’études ou d’approches diverses de son œuvre par des chercheurs, des auteurs, des artistes.

http://cipmarseille.fr/evenement_fiche.php?id=1433

thursday march 5: release of oei # 86–87: publishing practices, publishing poetics

Thursday March 5: release of OEI # 86–87: publishing practices, publishing poetics (640 pages, ed. Jonas (J) Magnusson & Cecilia Grönberg) at Index – The Swedish Contemporary Art Foundation

http://www.oei.nu/w/1.html

Please join us at Index for an evening on publishing practices & publishing poetics at the occasion of the release of the new 640 page issue of OEI, # 86–87.

Bringing together contributions from circa 130 publishing structures, publishing communities, magazines, small press endeavors, artists, poets, writers, editors, theoreticians, curators, scholars, and art bookstores, OEI # 86–87 reflects upon the challenges, pressures and possibilities of publishing and creating publics in different contexts and places in a time of far-reaching – economical, medial, political, social, technological – transformations.
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seule la dispersion


in fondo royet-journoud e simenon vanno d’accordo

thx to Astrid Prettywood and Hélène Giannecchini

thx to Francesco Dezio
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al moderna museet di stoccolma, il 16 febbraio: presentazione del nuovo numero di oei (#79]

OEI #79: edit/publish/distribute!

https://www.modernamuseet.se/stockholm/en/exhibitions/oei-79/

The 79th issue of the magazine OEI is a special issue published in the form of a spatial presentation at Moderna Museet during the period 17/2–1/4. It deals with editing/publishing/distributing – in an experimental montage of different editorial practices in an expanded field between art, poetry, film, documents, theory and historiography.
 
To publish a magazine is not only a matter of producing a physical artifact, but also, and to an ever increasing extent, a matter of intervening in and acting for an entire ecology of publishing, where the possibilities of new and unprejudiced readings incessantly have to be created in new constellations and contexts. OEI #79 emphasizes the material and technical production of a magazine, scanning and printing, editing processes and forms of distribution, but also the magazine as an aesthetic and playful investigative practice, and the forms of social life made possible by editorial assemblages and encounters between people and groups from various fields and disciplines.
 
OEI #79 includes some hundred participants from different generations and geographical horizons in a multi-medial and multi-temporal montage distributed in clusters and sequences over walls, tables, shelves and floor. The challenge is to edit in three and – sometimes – four dimensions. The editorial enunciation circulates between magazines and books, sound-pieces and video-works, projections and displays in exhibition-cases, and aims to raise questions about visualization, reading, attention and criticality, distribution and the infrastructure of publishing. This is realized by means of a thematization of shifting speeds of reading and viewing, a montage between the readable and the visible, between text and image.
 
A number of important points of gravity in OEI #79 are constituted by inventive and continuously generative, but far too unheeded publishing projects such as Art Distribution, Wedgepress & Cheese, After Hand and Kulturmagasinet Vargen. The artist Lars Fredrikson’s works on books by the poet Claude Royet-Journoud accentuate the violent and yet fragile character of reading, whereas the typographer Gerold Propper, on the contrary, seeks a utopian readability by means of experiments with ”typograms” and book design. A publication that in an exemplary way carries several forms of display is Berndt Petterson’s I Påsen(Cavefors 1965). It is simultaneously an artist’s book, a booklet of visual poetry, an exhibition and a concrete form of distribution: the bag!
 
In parallel to such ’historical’ examples, OEI #79 also encompasses a long series of contemporary artistic and poetic practices of editing and publishing, ranging from the works by Åse Eg Jørgensen on paper and format to Tan Lin’s ambient investigations of the negotiations of the book and the act of publishing in digital environments and systems; from Stina Persson’s photocopied night sky and Marco Giovenale’s ”asemic writing” (a writing where the semantic meaning is receding behind the visual dimension) to Ana Luiza Dias Batista’s digital paper and franck leibovici’s mapping of the magazines by Claude Royet-Journoud.
 
Editorial practice, Nils Olsson writes in an essay in OEI #79, is the name of proceedings that today intervene in and traverse all fields of culture, all situations and functions. The promise of the editorial practice consists in its ”productive reluctance to take the prevailing differentiations between competences and media for granted”. Editorial practice operates ”on the very spot where general, specific, technical, ideological, historical and aesthetical conditions of articulation converge – which is also the only point from where it is practically possible to transform these conditions”. To edit is to work with what exists, but at the same time to make this into something more. Edit/publish/distribute!
 
As a part of OEI #79, we are organizing a series of conversations, presentations and lectures related to editing and publishing during five Friday evenings between February 23 and March 23. Communities of publishers, artists, poets and philosophers from Denmark, France, Portugal and Sweden will then join us at Moderna Museet.

§

http://oei.nu/w/1.html
Friday 16 Feb. at 18–23
Moderna Museet Stockholm 17/2 – 1/4

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claude royet-journoud: “la poésie entière est préposition”

thx to Astrid Prettywood and Hélène Giannecchini

anne-marie albiach, “état”, translated by keith waldrop (pdf)

EPC Digital Edition 2017: pdf

Awede Press (Brita Bergland), Windsor, Vermont, 1989. Used with  permission of  Estate of Anne-Marie Albiach, Keith Waldrop, and Claude Royet-Journoud. French poem published by Mercure de France, 1971; republished 1988.

EPC Digital Library edition of pages from the holograph maunuscript of ÉTAT.

claude royet-journoud interviewed by keith and rosmarie waldrop

 

crjhttp://jacket2.org/Royet-Journound-1985

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des dessous-de-langue comme il y a des dessous-de-table

ll

… ici: http://laurelimongi.com/2007/11/05/des-dessous-de-langue-comme-il-y-a-des-dessous-de-table/

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john taylor on royet-journoud

onRJ

http://www.pnreview.co.uk/cgi-bin/scribe?item_id=8940

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charles bernstein’s translation of claude royet-journoud

crjfree pdf downloadable @
http://jacket2.org/commentary/maternal-drape-claude-royet-journoud-tr-charles-bernstein-awede-1985-pdf

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la poésie au format zuk

https://jacket2.org/commentary/la-po%C3%A9sie-au-format-zuk

https://jacket2.org/reissues/zuk