Prosa in prosa e le altre cose: esperienze di scrittura e ricerca, 1999-2021 con
Marilina Ciaco, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri,
Andrea Inglese, Renata Morresi, Andrea Raos
PROSA IN PROSA Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.
Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009-10, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.
con i curatori della collana,
Mariangela Guatteri, Giulio Marzaioli e Michele Zaffarano
interventi di
Marilina Ciaco e Antonio Loreto
A cura di Università IULM.
In occasione della pubblicazione dei volumi n. 12 e n. 13 di Benway Series, si propone un incontro sul percorso compiuto da questo peculiare progetto di editoria indipendente avviato da alcuni autori italiani in collaborazione con autori stranieri, traduttori, artisti.
I libri Benway sono concepiti come veri e propri oggetti d’arte (dalla concezione all’impaginazione sino alla scelta dei materiali), tanto da contare in catalogo volumi senza testo o, come nella sezione dei fogli, formati che possono essere squadernati ed esposti, e sono stati spesso esempio e spunto di dibattito accademico e critico proprio riguardo al rapporto tra letteratura e arte, tra parola e immagine, tra testo e installazione.
Questo dialogo tra Antonio Loreto e Massimiliano Manganelli compare nel libro Ex.it 2014 (La Colornese, Colorno, Parma 2016), che raccoglie appunti e interventi dagli incontri del 17-19 ottobre 2014. Dalle note in incipit: “presso la Sala Civica e la Biblioteca Comunale di Albinea (Reggio Emilia) si svolge la seconda edizione di Ex.it – Materiali fuori contesto, tre giornate di incontri e dialoghi articolati in stanze comunicanti o, se si vuole, mondi abitati da diverse specie di pensiero, alla ricerca di un pensiero centrifugo”. Il libro “raccoglie le riflessioni critiche e gli interventi sollecitati dai materiali presentati durante la precedente edizione, pubblicati nel volume Ex.it 2013, e da quelli letti, performati e proiettati a ottobre 2014